Tivoli, perseguita l’ex nonostante il braccialetto elettronico: arrestato

La misura del braccialetto elettronico sostituita con gli arresti domiciliari

Un braccialetto elettronico

Le minacce al nuovo compagno della ex con un machete e le persecuzioni a lei all’ordine del giorno. Era stata necessaria l’applicazione del braccialetto elettronico a giugno per un 39enne di San Polo dei Cavalieri, un piccolo comune alle porte di Tivoli, deciso a rendere invivibile la vita all’ex moglie, perseguitata ormai da anni. Per l’uomo da ieri sono stati disposti gli arresti domiciliari: nonostante il braccialetto elettronico non aveva smesso di pedinarla.

La misura del braccialetto elettronico sostituita con gli arresti domiciliari

Ad arrestarlo gli agenti del pool anti violenze del Commissariato di Tivoli-Guidonia. Il gip del Tribunale di Tivoli, su richiesta della Procura della Repubblica, ha aggravato il divieto di avvicinamento, già in atto nei suoi confronti, resosi necessario a causa delle violazioni accertate dai poliziotti del Commissariato tiburtino grazie al braccialetto elettronico applicato su richiesta della Procura di Tivoli.

Nello scorso mese di giugno, infatti, a seguito di denuncia resa dalla sua ex compagna, all’uomo era stato imposto di tenersi a una distanza “di almeno 300 metri dalla parte offesa ovunque si trovi, ristabilendo immediatamente tale distanza nel momento in cui dovesse trovarsi occasionalmente e improvvisamente ad incontrarla…”, nonché dalla casa familiare e dai luoghi abitualmente frequentati dalla ragazza, compreso il posto di lavoro, l’abitazione dei suoi familiari e quella dell’attuale compagno.

Le violazioni

Per i numerosi atti persecutori, con pesanti ingiurie e minacce anche perpetrate con un machete in danno del nuovo compagno della donna, il gip del Tribunale di Tivoli infatti aveva riconosciuto come “…apprezzabile in concreto il pericolo attuale di reiterazione di fatti della stessa specie di quelli per i quali si procede…attestato dal fatto che l’indagato, verosimilmente per la sua gelosia e per la mancata accettazione della nuova relazione dell’ex moglie, ha posto in essere diverse condotte aggressive, violente, moleste, minacciose e vessatorie, dirette anche nei confronti del nuovo compagno della parte offesa, commesse in parte alla presenza del figlio minore, che hanno sortito un effetto di mortificante umiliazione della parte offesa”. 

“Elementi attestano che, in mancanza di un intervento dell’A.G., siffatte condotte potrebbero durare all’infinito, stante la pervicacia dell’indagato…”.

L’uomo, però, noncurante delle prescrizioni dell’autorità giudiziaria, comprensive del monitoraggio sui suoi spostamenti grazie al braccialetto elettronico, nelle ultime settimane l’uomo si rendeva non rintracciabile ai controlli effettuati dagli agenti a seguito dell’attivazione dell’allarme del dispositivo, oppure, se rintracciato, riferiva di non averlo con sé.

Il pedinamento

In un’altra circostanza, si è persino presentato presso l’impianto sportivo frequentato dal figlio minore, mantenendosi a breve distanza dalla ex compagna.

In tale contesto, “adeguata e proporzionata – motiva il Giudice per le Indagini Preliminari –è la misura degli arresti domiciliari (richiesta dal P.M.), non potendosi ritenere idonea altra misura coercitiva…in considerazione dell’evidente incapacità di adeguamento alle prescrizioni cautelari già manifestata dall’imputato…”, misura così eseguita nella mattinata odierna dagli agenti del commissariato.