E’ scattata in queste ore l’operazione dei Carabinieri del Comando di Roma all’interno del Campo nomadi di via Candoni nella zona della Magliana, tristemente nota per i numerosi assalti ai bus di linea nei pressi del deposito ATAC.
Le indagini avviate da mesi per stabilire cosa possa nascondersi dietro a quelle azioni vandaliche mirate, ha portato ieri i militari all’interno del campo da dove si presume siano partiti tutte le sassaiole.
Indagini dei Carabinieri per scoprire cosa si nasconde dietro agli assalti ai bus ATAC alla Magliana: i controlli avviati intanto hanno portato allo scoperto documenti falsi
Gravitare nella zona del deposito degli autobus di Via Candoni sia a piedi che sui mezzi di trasporto pubblico di linea, è ormai diventato un incubo per il personale ATAC, coinvolto e vittima da più di un anno e suo malgrado, delle sassaiole intraprese da ignoti con l’intento di danneggiare i mezzi e chi si trova all’interno.
Una specie di piaga non facile da debellare e che perseguita i lavoratori dell’azienda e i cittadini con la paura di ferirsi e costretti a prendere il bus già danneggiato prima del rientro al deposito e l’avvio in manutenzione.
Una circostanza spiacevole perfino in estate, che in inverno con il freddo mette oltretutto fuori gioco i mezzi danneggiati fino alla riparazione. Cosa stessero cercando ieri i Carabinieri, tra le baracche dell’insediamento di Candoni non è noto, ma è certo che se le azioni vandaliche provengono dal campo ogni elemento indiziario raccolto, potrà aiutare a svelare una qualche forma di racket o qualsiasi altra attività messa a sistema con qualche scopo di natura criminale.
Sono stati i Carabinieri della Compagnia di Roma Eur, con l’ausilio di altri reparti del Gruppo Carabinieri di Roma ad eseguito il servizio di controllo straordinario presso il campo nomadi, dove anche recentemente si erano verificati episodi di lanci di sassi ai mezzi ATAC che rientravano al deposito.
Nel campo in cui coesistono oltre 200 persone di etnia rom, due persone risultavano ricercate, mentre negli effetti personali di un cittadino romeno di 61 anni sono stati ritrovati documenti falsi o contraffatti.
Nei campi nomadi di Roma la base della banda della spaccata
I controlli di queste ore, hanno senso anche alla luce dell’ultimo arresto nell’operazione internazionale “Ginepro”, del capo della banda della spaccata, di etnia ROM.
Secondo le lunghe indagini svolte dai Carabinieri infatti, la serie di furti agli sportelli ATM messi a segno dai criminali, di cui il latitante sarebbe stata la mente, rappresentavano un sistema criminale quasi perfetto, protetto dalla rete dei Campi Rom nella Capitale e nel resto d’Italia.