Ostia, stabilimenti devastati dalle mareggiate: danni per oltre 5 milioni di euro (VIDEO)

Federbalneari lancia un appello alle istituzioni affinché l’opera di demolizione degli stabilimenti venga fermata

Le mareggiate di questo fine settimana hanno inferto l’ultimo colpo di grazia agli stabilimenti di Ostia situati nel settore di Levante dove già nei giorni scorsi le correnti avevano fatto ulteriori danni nonostante le condizioni meteomarine fossero tranquille. Danni che negli ultimi due mesi di maltempo “hanno ormai superato i cinque milioni di euro”, avverte Massimo Muzzarelli, presidente di Federbalneari.

Federbalneari lancia un appello alle istituzioni affinché l’opera di demolizione degli stabilimenti venga fermata

Il conto è presto fatto. Basta dare un’occhiata alle ultime immagini girate presso le strutture devastate dello stabilimento dello Schilling, in piazzale Cristoforo Colombo o del Kursaal dove l’acqua si era mangiata almeno una decina di metri di arenile la scorsa settimana (leggi qui) per toccare con mano la situazione ormai tragica in cui versano anche altri impianti come l’Hibiscus, sul lungomare Lutazio Catulo 14b, lo Sporting beach sul Lungomare Amerigo Vespucci 6 più giù sino al V Lounge situato al civico 62 della litoranea e dove il bar costruito su una palafitta è ormai separato dalla spiaggia retrostante.

Qualcuno l’ha ribattezzata “erosione anomala”, ma gli effetti sono sempre gli stessi. Con le strutture in cemento che cadono una ad una come se si trattasse di birilli, mentre l’opera di distruzione del mare continua a scavare le basi d’appoggio delle cabine provocandone il crollo e portando alla luce le tubature in plastica di distribuzione della rete idrica.

Intanto Federbalneari ha affidato alle immagini riprese da un drone in volo il compito di descrivere lo scenario di devastazione che mostra le onde del mare ormai spaventosamente vicine alla spiaggia.

Ma quelle riprese aeree -incalza Massimo Muzzarelli- sono anche la prova provata del fatto che gli interventi eseguiti nel 2018 per costruire due pennelli perpendicolari alla spiaggia di fronte alla Vecchia Pineta e poi sulla spiaggia libera situata dopo il Venezia sono stati terribili”.

Una tragedia peraltro annunciata perché a quel tempo l’amministrazione capitolina era stata avvisata del fatto che le scogliere sommerse avrebbero spostato l’erosione verso sud accelerando la progressiva distruzione di quelle spiagge.

Chi elaborò i progetti si era giustificato asserendo che la costruzione dei pennelli era espressione di una “risposta emergenziale” all’azione di smantellamento operata dal mare e che la costruzione delle barriere di difesa sarebbe stata a breve affiancata da interventi di ripascimento morbido, cioè di sversamento di sabbia in loco per compensare l’effetto di scavo a valle delle stesse barriere.

Lavori definitivi -denuncia il presidente di Federbalneari- che non sono mai stati fatti tanto che a questo punto non si capisce la ragione per cui sia stato deciso di salvaguardare una struttura piuttosto che un’altra costruendo soltanto due pennelli senza poi far seguire alla loro costruzione il ripascimento promesso ma, soprattutto, la realizzazione di una barriera soffolta di protezione parallela alla riva che andasse dal Canale dei Pescatori a sud sino alla fine della linea dove finiscono gli stabilimenti proteggendoli in blocco. La cosa più preoccupante è che tutto ciò avvenga nel silenzio assordante delle istituzioni”.

L’unico intervento del Campidoglio in materia di spiagge è stato di cancellare l’autonomia di Ostia sulla gestione dei suoi arenili

Un’inerzia in cui si sta consumando la cancellazione definitiva del litorale di levante. Sparizione ineluttabile rispetto a cui l’organizzazione che rappresenta gli esercenti del mare aveva intravisto aprirsi un piccolo spiraglio proprio nei giorni scorsi dopo l’approvazione da parte dell’assemblea di Roma Capitale di un documento che riportava in capo al Campidoglio le deleghe utilizzate per decentrare la competenza materia di spiagge al X municipio.

Anche questo lumicino in fondo al tunnel -commenta Massimo Muzzarelli- si sta nuovamente spegnendo ed è chiaro che, in carenza di azioni straordinarie in termini di impegno e tempistica la parte a sud del Canal dei Pescatori sarà fortemente compromessa e avremo perso l’occasione di ripensare in modo radicale il modo con cui strutturate questo tratto di costa. Un risultato –conclude– difficile da raggiungere se non si lavora in un clima di piena collaborazione”.

Adesso che anche il decentramento sulle spiagge per Ostia non esiste più il Campidoglio, compiendo un passo indietro di trent’anni, fa sorgere il sospetto che la maggioranza si stia apparecchiando la grande abbuffata prevista per i bandi di assegnazione di tutti gli arenili del Lido (leggi qui).

Se questo è il quadro desolante che si presenta agli occhi di chi osserva, nei titolari degli stabilimenti cresce il senso di frustrazione nei confronti delle amministrazioni che avrebbero dovuto provvedere alla messa in sicurezza delle spiagge ma ancora di più quello di preoccupazione per quanto potrebbe accadere quando il vento tornerà a spingere di nuovo i marosi verso la linea di costa.

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