Expo 2030: Roma vince solo il premio critica. Seconda occasione sfumata

Sfuma Roma Expo 2030: un risultato che lascia l'amaro in bocca. Gualtieri: "Progetto apprezzato da tutti ma si vince con i voti" 

L’Italia e la Capitale in primis da ore in trepidante attesa della storica decisione alla 173ma Assemblea generale del Bureau international des expositions, a Parigi, ha dovuto accontentarsi di un terzo posto nella competizione per l’Expo 2030. La nuova seconda occasione mancata per accogliere l’esposizione universale dopo quella del 1942, per lo scoppio del Secondo conflitto mondiale.

Sfuma Roma Expo 2030: un risultato che lascia l’amaro in bocca. Gualtieri: “Progetto apprezzato da tutti ma si vince con i voti”

Poteva partire oggi la vera macchina per preparare la Capitale ad ospitare l’Expo 2030. Una data storica per un evento atteso che è inutile sottolinearlo, avrebbe portato grandi vantaggi economici e la possibilità di cambiare faccia per realizzare il piano di opere necessarie. Invece non è andata così in questo freddo pomeriggio a Parigi, dove Roma ha raggiunto il numero di voti sufficiente appena per una medaglia di bronzo, se volessimo far un parallelo sportivo.

A portare a casa il risultato è stata Ryiad, capitale dell’Arabia Saudita, con una vittoria schiacciante al primo turno, 119 voti contro i 17 di Roma e poco sopra 29 consensi per Busan.

Un risultato che non lascia troppi dubbi sul fatto che così doveva andare, anche se Roma Expo 2030, come concetto fino ad oggi considerato solo un obiettivo della Giunta di sinistra guidata dal sindaco Gualtieri, in questa partita persa la Capitale si sarebbe impegnata molto, almeno secondo quanto sostiene la squadra nazionale che rientrerà a casa in queste ore.

A Palais des Congres d’Issy di Parigi oggi, a rappresentare Roma e l’Italia, c’erano proprio tutti, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, la vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli, il sindaco Roberto Gualtieri, e il Comitato promotore di Expo 2030 presieduto dall’ambasciatore Giampiero Massolo, oltre naturalmente a Giorgia Meloni, che ha letto il suo discorso per sostenere e motivare il voto di Roma come città dell’Expo 2030, anticipata appena un’ora prima dal campione di tennis Jannikk Sinner, apparso sui canali ufficiali con il suo “suggerimento” a votare per la Capitale italiana, e le tre testimonial Trudy Styler, Bebe Vio e Sabrina Impacciatore.

Votare per Roma oggi significa anche creare una piattaforma per i giovani del mondo, per studiare e avviare nuove imprese insieme. Iniziative di ogni tipo, start-up, nuovi progetti di ricerca, soluzioni innovative, in un formato ibrido, fisico e digitale. Votare per Roma oggi significa anche fidarsi dell’esperienza italiana nell’accogliere milioni di visitatori da tutto il mondo, ognuno dei quali si sente a casa. Votare per Roma oggi significa costruire il nostro futuro insieme. Scegliere Roma Expo 2030 significa scegliere tutto questo. Scegli Roma, portiamo la storia nel futuro” – queste le parole della Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, la prima a crederci.

Da 182 paesi votanti appena 17 voti per il progetto Roma Expo 2030

Oggi pomeriggio però quei 17 voti dai 182 Paesi votanti sono una rivelazione un po’ pesante da digerire in termini di consenso e credibilità internazionale. Lo ha sottolineato a caldo anche Virginia Raggi, Presidente della Commissione capitolina Expo: “È stata una competizione lunga, dura e appassionante e sarebbe ipocrita nascondere la forte delusione. È chiaro che stavolta hanno vinto logiche non basate su inclusione e sviluppo, che il rispetto dei diritti umani e civili non sono stati considerati una priorità. Non va persa la progettualità messa in campo: molte delle idee possono essere riprese e sviluppate. È il momento della riflessione: occorre capire i motivi di questo risultato e, soprattutto, del mancato sostegno da parte di troppi Paesi“.

Una riflessione condivisa anche dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, secondo il quale Roma si sarebbe battuta benissimo nella competizione Expo 2030: “Il progetto è stato apprezzato da tutti – ha dichiarato Gualtieri -, ma qui purtroppo non si vince con il premio della critica o del pubblico, piuttosto con quello dei votanti e quindi degli ambasciatori. La qualità del progetto però lascia un’eredità che vogliamo portare avanti in termini di riqualificazione di quel quadrante” – ha concluso.