Roma, i dehors sugli spazi pubblici: proteste sulla proposta di proroga fino al 2024. Come cambia l’OSP

Manifestazione di protesta per la proposta di proroga dei dehors fino al 2024 e nuove regole per l'OSP: Roma rischia nuova invasione di tavolini. Le differenze tra centro e periferia

Dopo la presentazione lo scorso 15 novembre in Campidoglio, della bozza del documento con le linee guida per la regolamentazione dell’OSP sul territorio comunale, sulla proposta che manca dell’approvazione dell’Assemblea Capitolina, e che sostanzialmente prevede regole diverse a seconda delle zone della città, si sono già scese le polemiche, che oggi hanno portato in piazza chi si oppone totalmente alla proroga dei dehors fino alla fine del 2024.

Tante le novità del documento che premiano alcune tipologia di esercizi commerciali, mentre c’è chi ha una verosimile paura di precipitare di nuovo in un’invasione delle vie del centro.

Manifestazione di protesta per la proposta di proroga dei dehors fino al 2024 e nuove regole per l’OSP: Roma rischia nuova invasione di tavolini. Le differenze tra centro e periferia

Con l’approvazione della commissione industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato, dell’emendamento “De Priamo” al DDL Concorrenza, che contiene la proroga del regime semplificatorio per dehors e tavolini all’aperto, si è dato il là alla proposta già approvata dalla giunta capitolina, di un nuovo documento per la regolamentazione dei dehors sul territorio comunale.

Un insieme di regole che dovranno gestire secondo quanto stabilito dalla proroga delle regole semplificate per il dehors fino a dicembre 2024, chi potrà fare e cosa all’esterno della sua attività di ristorazione, tra centro e periferia, con differenti regole che a prescindere dalla capacità di gestire il proliferare di tavolini, vedono Gualtieri contrario a prescindere.

Le nuove regole per le occupazioni proposte

Tra le varie novità va subito sottolineata quella che riguarda le future occupazione, e cioè quelle che saranno ridimensionate dal 100% di fronte alla vetrina, ad una percentuale che viene fuori dalla somma delle superfici: somministrazione, servizi igienici, locali di lavorazione e cucine. Il tutto comunque rispetto alla zona in cui si trova l’attività.

A tal proposito infatti, l’altra novità è la distinzione in tre aree con applicazione di regole differenti praticamente su ogni cosa. Nella aree periferiche ad esempio, l’OSP sarà concessa per un massimo dei 3/3 della superficie, e le pedane potranno essere collocate solo se il marciapiedi non ha dimensioni adeguate, e in ogni caso non superando l’occupazione di tre posti auto.

Quando si passa in centro giocoforza si riduce l’OSP, che diventa al massimo dei 2/3 della superficie più pedane. E tutta l’area del centro storico delimitata dalle mura cittadine è stata anche ulteriormente suddiviso in due blocchi che comprendono in un caso Centro Storico, Borgo, una parte di Trastevere e Monti e poi tutto quello che rimane.

Chiaramente infine, quanto più si ricade in un’area di pregio, tanto meno sarà la concessione di OSP. In tal caso fino a un massimo di 1/3 della superficie e con pedane che possono occupare al massimo due posti auto. Dulcis in fundo il regolamento nel regolamento, e cioè praticamente un catalogo degli arredi, che sono obbligati e imprescindibile condizione per la concessione dello spazio pubblico.

Nulla è stato ancora definito del tutto visto che il documento deve ancora superare due step obbligati, e cioè il vaglio dei Municipi e l’Assemblea Capitolina.

Chi manifesta in città contro la proroga di utilizzo degli spazi pubblici

Sulla proposta di prorogare a tutto il 2024 l’utilizzo degli spazi pubblici per i dehors e i tavolini, scendono in piazza i consiglieri della Lista Gualtieri, contrari e allineati al primo cittadino sul rischio di tornare al tavolino selvaggio.

“E’ una minaccia tangibile per la vivibilità della nostra città – hanno spiegato, mettendo in mezzo anche la malamovida -. Non possiamo permettere che, soprattutto i quartieri caratterizzati dall’acuirsi della delinquenza continuino ad essere un luna park esteso. Minacciati non solo il decoro pubblico, ma anche la possibilità di fruizione degli spazi da parte dei cittadini, mettendo a repentaglio il turismo di qualità“.

Dita puntate contro l’iperturismo di massa dunque, attirato a loro avviso dai “tavolini all’aperto”, come se chiunque non avesse il diritto di visitare la città eterna, è una motivazione che non sta in piedi rispetto alla legittima preoccupazione dei residenti di fare un passo indietro rispetto alla vivibilità della propria città, con un giusto equilibrio tra attività commerciali e cittadini.

E sull’argomento interviene in tal senso Natalie Naime, consigliera del I municipio di Roma Capitale: “Ho aderito alla manifestazione di oggi organizzata dai comitati cittadini perché sono fortemente contraria alla proposta governativa di proroga dei dehors e alla conseguente deregulation che attanaglia Roma da troppo tempo. La nostra città deve tornare ad essere più vivibile e la politica deve tornare a tutelare Roma con buone regole che rimettano al centro i pubblici interessi” – ha concluso.