Pacchi postali pieni di Cannabis al negozio autorizzato: la copertura per lo spaccio di oltre 300 chili di droga

Blitz nel negozio di Cannabis Light alle porte di Roma: il "pedinamento" di un pacco postale scopre un maxi deposito di oltre 300 kg si stupefacente illegale

Spaccio di Cannabis nel negozio autorizzato allo stupefacente light - foto Carabinieri di Monterotondo

Nel magazzino del punto vendita di Cannabis light, il titolare era già riuscito ad accumulare oltre 300 chili di stupefacente non autorizzato, che stava continuando ad arrivare a destinazione tramite pacchi postali, fino a quando i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, non si sono insospettiti da quella fitta attività di trasporto dall’ufficio postale all’attività commerciale di Fonte Nuova.

Blitz nel negozio di Cannabis Light alle porte di Roma: il “pedinamento” di un pacco postale scopre un maxi deposito di stupefacente illegale

Alla fine sono stati arrestati l’uomo di 53 anni e la le donna di 56, che in poco tempo avevano messo su un loro business di stupefacenti, celato dietro ad un’attività di rivendita di Cannabis autorizzata.

Nel negozio alla porte di Roma, a Fonte Nuova, c’era l’esposizione regolare dei prodotti con tariffe e brochures, mentre in magazzino un deposito di scatoloni con sorpresa che andavano ben oltre le esigenze di fornitura dell’esercizio commercaile.

All’interno infatti c’era una sostanza stupefacente con un valore del “THC” di gran lunga superiore ai limiti di legge consentiti. Un ingente quantitativo pari ad oltre 300 chili di marijuana e 10 chili di hashish, finalizzati allo spaccio.

Sono stati i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo a scoprire il deposito di stupefacente a seguito di un’attività di “pedinamento” di un pacco postale di un’attività info-investigativa, hanno monitorato un pacco postale contenente 8 chili di marijuana, e indirizzato proprio a quell’attività di rivendita di cannabis autorizzata alla libera vendita.

Quando il pacco è arrivato a destinazione, insieme al postino sono arrivati anche i militari che hanno fatto irruzione e sequestrato il plico. Le analisi di laboratorio non ci hanno messo molto a dimostrare che il ricco e fruttoso contenuto era Cannabis illecita.

A quel punto la perquisizione che ne è seguito ha portato alla luce un deposito pieno zeppo di stupefacente senza la documentazione di tracciabilità, che è bastato a far scattare le manette ai polsi per la coppia. Ora si trovano agli arresti domiciliari e dovranno rispondere di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.

Gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.