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La Regione Lazio decreta: solo offshore gli allevamenti ittici di Gaeta

L'assessore Palazzo: "Interveniamo per fare ordine sulla delicata questione dell’area sensibile nel Golfo di Gaeta e dei suoi bacini drenanti"

All’interno del Golfo di Gaeta si potranno allevare i molluschi mentre i pesci no. Quelli resteranno fuori, dovranno essere spostati.

Questa la decisione presa dalla Giunta della Regione Lazio. Modificate quindi le linee della delibera del 19 febbraio 2010 con la quale si era stabilito invece che nell’area del golfo fossero vietate sia la piscicoltura che la mitilicoltura.

L’assessore Palazzo: “Interveniamo per fare ordine sulla delicata questione dell’area sensibile nel Golfo di Gaeta e dei suoi bacini drenanti”

La proposta di cambiare questa delibera era arrivata dall’assessore all’Ambiente e allo Sport della Regione Lazio, Elena Palazzo. Ma cosa accadrà ora, con questo nuovo provvedimento, e quali saranno i prossimi passi che verranno messi in atto?

Il passo successivo sarà dare un nuovo ordine al settore. Verrà avviato, infatti, lo spostamento offshore, in sostanza al largo, degli impianti che comportano un inquinamento delle acque all’interno del golfo. La decisione di spostare fuori gli allevamenti di pesci e di tenere dentro quelli di molluschi, come cozze e vongole, deriva proprio da questo.

L’assessore spiega che, attraverso il supporto di dati scientifici, è necessario stabilire delle distinzioni che contribuiscano a fare chiarezza e diano indicazioni precise ai Comuni e agli operatori.

Interveniamo per fare ordine sulla delicata questione dell’area sensibile nel Golfo di Gaeta e dei suoi bacini drenanti – ha dichiarato l’assessore Elena Palazzo – Stiamo parlando dell’annosa problematica relativa alla presenza di impianti di itticoltura che comportano un inquinamento delle acque a causa della consistente produzione di fosforo e azoto legata alle deiezioni dei pesci presenti negli allevamenti. Lo stesso non avviene, invece, nelle strutture per la mitilicoltura. I molluschi, come cozze o vongole, svolgono anzi un’azione filtrante. A queste conclusioni si è giunti grazie agli studi svolti con il supporto tecnico-scientifico fornito da Ispra, Arpa Lazio e Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale”