Apertura

Colleferro: nella piscina comunale non c’ è spazio per i bambini disabili

Nonostante le norme varate dalla giunta comunale bambini disabili esclusi dalla possibilità di accedere all’impianto per ricevere le terapie prescritte

Piscina comunale di Colleferro inaccessibile ai bambini disabili residenti nel territorio e portatori di varie tipologie di handicap. Sembra la boutade di chi non perde l’occasione di fare appello alla necessità di tenere sempre presente il richiamo alla correttezza dei comportamenti nei confronti di chi è meno fortunato, ma è anche la drammatica realtà con cui, dall’inizio del mese scorso, si stanno confrontando i genitori con figli a sottoposti a Terapia multisistemica in acqua (Tma).

Nonostante le norme varate dalla giunta comunale bambini disabili esclusi dalla possibilità di accedere all’impianto per ricevere le terapie prescritte

La Tma è un percorso riabilitativo che consente l’attivazione di trattamenti legati all’impiego dell’acqua come richiamo alla dimensione amniotica prenatale, per permettere ai piccoli pazienti, in particolare quelli affetti da forme autistiche, di beneficiare di un percorso curativo basato sugli effetti emozionali, sensoriali e motori prodotti dall’immersione e così sviluppare abilità natatorie ma anche miglioramenti di tipo cognitivo.

La via crucis delle famiglie bisognose di dare continuità alle cure di riabilitazione è iniziata quando la piscina privata di Colleferro dove i bambini venivano accolti a un prezzo di ingresso di 7 euro ciascuno ha comunicato l’impossibilità di continuare a mettere a diposizione gli orari riservati necessari.

Il passaggio successivo è stato, quindi, quello di rivolgersi all’unico impianto alternativo presente sul territorio vale a dire la piscina comunale della cittadina. E qui è arrivata l’amara sorpresa perché, dopo aver dovuto attendere diversi giorni per avere una risposta, i genitori sono stati messi di fronte a una proposta inaccettabile.

Il prezzo di ingresso sarebbe stato di 10 euro a bambino, con costi a parte per l’utilizzo del phon e dell’acqua calda per la doccia, mentre l’unica fascia oraria disponibile per il Tma sarebbe stata compresa tra le ore 13.30 e le 15.00 con modalità evidentemente incompatibili con l’orario di uscita dalle scuole per molti bambini.

Una replica che lascia attoniti se si considera che, in generale, prezzi e condizioni proposti a parità di servizi destinati a particolari categorie di cittadini, sono più alti in ambito privato piuttosto che in quello pubblico. Ma c’è un altro aspetto che desta ancora più stupore e cioè la mancata osservanza dei criteri fissati dallo stesso comune di Colleferro per la frequentazione dei corsi di nuoto relativi al prossimo biennio.

Il comune sembra aver spedito nel dimenticatoio la delibera che da diritto anche ai giovani disabili di avere posti gratis per l’ingresso in piscina

Una delibera approvata dalla Giunta su proposta dell’Assessorato alle politiche sociali prevedeva infatti l’apertura delle domande per accedere a 90 posti gratuiti da destinare alla pratica di attività natatorie nella piscina comunale, riservando 25 di questi a portatori di handicap e minori autonomi in grado di partecipare a corsi di nuoto nell’ambito di un gruppo eterogeneo di persone. La percentuale minima di invalidità certificata dalla Commissione periferica competente doveva essere pari o superiore al 74% e, nel caso di minori, era altresì necessario dimostrare la loro capacità di scendere autonomamente in vasca oltreché di comprendere le indicazioni date dagli istruttori. Norme che sembrano essere state ritagliate anche a beneficio dei piccoli sottoposti a Terapia multisistemica i quali sono costantemente assistiti da un attivatore e che sono stati invece arbitrariamente esclusi dal perimetro di norme di tutela fissate dalla stessa amministrazione.