Trasporti pubblici da incubo: la maggior parte dei romani costretti ancora ad usare l’auto. L’indagine

Gli spostamenti nella Capitale? La maggior parte avviene ancora in auto. Per i romani una scelta diversa metterebbe a rischio il lavoro

Metropolitana

Arrivano da un’indagine Ipsos-Legambiente, i risultati sugli stili di mobilità dei romani. Numeri percentuali allarmanti, che mostrano come il 65% degli utenti intervistati, abbia ancora la necessità di doversi muovere nella Capitale con un mezzo di trasporto privato, nonostante ci sia la netta volontà di abbandonare il più possibile auto e moto a vantaggio dei mezzi pubblici, risultati però talmente inefficienti, da non rappresentare un’alternativa valida.

Gli spostamenti nella Capitale? La maggior parte avviene ancora in auto. Per i romani una scelta diversa metterebbe a rischio il lavoro

Oltre Il 60% dei romani è disposta ad abbandonare progressivamente auto e moto a favore di una circolazione dei mezzi meno inquinanti in città. Una propensione che secondo gli utenti, non si sposa però con i mezzi di trasporto alternativi disponibili.

Lo mette nero su bianco un’indagine Ipsos-Legambiente, che fa emergere un record romano assolutamente negativo sull’argomento, risultato di u test che ha considerato la circolazione su un percorso di 2 km, dove circa il 40% di spostamenti avveniva su mezzo privato, con più bassa percentuale italiana di “traffico” in bicicletta sulla stessa distanza, e cioè solo il 7%.

La bici a Roma, città dove rinomatamente è sempre stato più complicato circolare a pedali per i dislivelli e naturalmente le lunghe distanze, è con gli anni migliorata, tra ciclabili più o meno ben localizzate, e una pseudo mobilità integrata. Ma è ancora lontana da venire la possibilità di uscirvi di casa e andare a lavoro ovunque sul territorio, un’utopia che si è trasformata in realtà invece in altre metropoli.

Nella percezione di romani dunque, è circa il 30% a dichiarare di aver rinunciato perfino a delle opportunità lavorative che a giro di compasso li avrebbero portati troppo lontani dal proprio quartiere. Una follia che è purtroppo avvalorata dai fatti, e cioè in sostanza, tempi di spostamento troppo lunghi in km e orari, costi elevati e la peggior disgrazia pubblica, l’assenza di servizi.

Mezzi pubblici e mobilità alternativa quasi inesistenti negano ai romani la possibilità di scegliere un lavoro e un medico diverso

Se c’è chi rinuncia ad un lavoro lontano da casa al 28%, c’è chi, rappresentando quasi il 20% della popolazione romana, ha dovuto pensare ad altre soluzioni di trasporto se non di destinazione finale, anche per lo studio, o per le visite mediche in egual percentuale.

Insomma il mezzo privato, una croce e delizia per spostarsi a discapito di portafoglio e ambiente, è ancora la scelta “obbligata” del 65% degli intervistati.

Quello che resta è facile da contare, ma non basta per una vera svolta in cui gli attori dovrebbero essere i cittadini, su un set (la capitale), che consenta di esprimersi al meglio in tal senso.

E’ infatti solo il 21% del campione a muoversi sui mezzi pubblici o in sharing, mentre a piedi, in bici, con il TPL o mezzi condivisi – che in Italia rappresentano ancora un fenomeno poco considerato -, si muovono il 38% dei romani.

Il rapporto dell’Osservatorio Stili di Mobilità, giunto alla sua terza edizione, realizzato da Ipsos e Legambiente, in collaborazione con Unrae e presentato oggi a Roma. Un’indagine condotta anche in altre città naturalmente, tra Milano, Torino, Bologna, Napoli, nei confronti delle quali non possiamo ancora vantare l’obiettivo raggiunto “Che chiede l’Europa”, come coralmente sottolineano da mesi Comune di Roma e Regione Lazio.

È una situazione complessiva sulla quale bisogna lavorare con forza, per eliminare dalle strade lo strapotere delle automobili private, aumentando le reti e la validità del TPL, e, insieme, la sicurezza delle persone e la qualità dell’aria che respiriamo; per farlo, Fascia Verde, Congestion Charge, nuovi Tram, prolungamenti delle Metro, corsie ciclabili, zone 30, sono tra i cantieri della transizione ecologica nella mobilità che vanno realizzati velocemente” – ha commentato Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio.