La Capitale nell’elenco delle grandi città redarguite dall’Antitrust per servizi di trasporto carenti: l’indagine

A Roma servizi Taxi carenti: queste le criticità segnalate dagli utenti e le soluzioni sollecitate dall'Antitrust

Nella foto la fila di persone in attesa di un taxi alla stazione Termini - fonte social

Non poteva mancare la Capitale nell’elenco della grandi città italiane redarguite dall’Antitrust, dopo la sequela di segnalazioni degli utenti arrivate proprio all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, per i carenti servizi taxi romani.

Non una critica mossa esclusivamente ai fornitori del servizio, ma a tutta quella serie di impedimenti che non ne stanno consentendo da un po’ di tempo a questa parte, un’erogazione efficace, a danno di cittadini e turisti. Tra questi aspetti correggibili anche l’inadeguatezza del numero di licenze.

A Roma servizi Taxi carenti: queste le criticità segnalate dagli utenti e le soluzioni sollecitate dall’Antitrust

Nel Comune di Roma, così come negli altri due grandi capoluoghi italiani Milano e Napoli, sarebbero veramente troppe le criticità riscontrate nell’erogazione del servizio taxi. A dirlo sarebbero gli stessi utenti, che da tempo si dichiarano insoddisfatti di questa struttura che non risponde più alle necessità di una grande città caotica e piena di cantieri, da cui sfuggire velocemente per non restare prigionieri nel traffico.

E’ l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a fare il punto della situazione in queste ore, segnalando come proprio queste tre grandi città pecchino di un’inadeguatezza del numero delle licenze attive rispetto alla reale domanda del servizio.

La pietra dello scandalo che ha fatto attivare l’Antitrust nella richiesta di un più che prossimo adeguamento del numero delle licenze alla domanda, sarebbero le innumerevoli richieste inevase e tempi lunghissimi di attesa, emerse in un’indagine che comprova con i numeri le carenze sollevate dagli utilizzatori dei servizi.

In una città come Roma ad esempio, il numero di licenze attive pari a quasi 8mila, che in sostanza significa 2,8 licenze ogni mille residenti, non bastano.

Ecco perché con al centro le necessità degli utenti, le parole d’ordine ora sono da una parte aprire il mercato alla concorrenza, dall’altra sollecitare i Comuni ad adeguare il numero delle licenze taxi alla domanda, adottando in tempi brevi i bandi di pubblico concorso per l’assegnazione delle nuove licenze.

Nell’indagine dell’Antitrust poi, emerge anche la necessità di adottare altre misure per il miglioramento del servizio, che nel caso di Roma significano anche l’implementazione del taxi sharing e l’efficientamento dei turni di lavoro.