Gli abbattimenti nella zona di Ostia Antica sono iniziati all’incirca una settimana fa. Decine di eucalipti, piantati all’inizio del ‘900 durante le bonifiche di un’area che oggi ricade all’interno della Riserva Naturale Statale Litorale Romano, stanno facendo la stessa fine dei tanti esemplari di pino mediterraneo minacciati dall’azione delle motoseghe in vari parchi della capitale nonostante il loro, spesso impeccabile, stato di salute.
Eucalipti abbattuti a decine nell’entroterra del X Municipio gli ambientalisti scendono in campo per fermare un inutile sterminio
Contro questa nuova strage di alberi ad alto fusto nell’entroterra del X Municipio, già al centro di una diffida riguardante l’eliminazione di alberi dal grande ombrello nel quartiere residenziale di Casal Palocco (leggi qui), si è mobilitata la sezione Litorale Laziale del Wwf che ha presentato un esposto indirizzato ai Carabinieri Forestali della stazione di Ostia, all’assessore all’Ambiente del comune di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi e al Responsabile della gestione della Riserva Naturale del Litorale Romano, architetto Alessandro Clemente.
Come per i pinus pinea il destino degli eucalipti smuove l’indignazione di molti cittadini che si chiedono se gli abbattimenti siano indispensabili a tutelare la pubblica incolumità da cedimenti improvvisi, oppure se gli interventi di rimozione disposti dall’amministrazione locale e dai privati, peraltro tenuti indistintamente al rispetto del Regolamento comunale sul verde urbano, vengano effettuati in modo indiscriminato e sbrigativo.
A giudizio del Wwf la questione degli eucalipti di Ostia Antica deve essere esaminata con attenzione proprio per l’estensione dei filari eliminati su entrambi i lati di via Monti del sale, lungo i canali di drenaggio, tra l’incrocio con via della Macchiarella e via del Macchione Rotondo sino a via Capo Due Rami e via del Collettore secondario. Ciò che ha insospettito l’associazione ambientalista, in sintesi, è l’entità del “massiccio” intervento di demolizione. Di qui la decisione di presentare un esposto con cui chiedere “la sospensione immediata dei lavori e nel contempo l’accertamento da parte delle forze di polizia del rispetto dei termini autorizzativi” cioè per sapere se i tagli abbiano ottenuto il preventivo via libera degli enti preposti.
Gli abbattimenti hanno ricevuto il nulla osta degli uffici comunali competenti
Gli enti interpellati hanno prodotto copia del nulla osta contraddistinto dal numero di protocollo 78542 che ha dato il via alla eliminazione degli alberi e in cui si specifica che gli interventi di “ceduazione” dovevano riguardare, inizialmente, “tratti di estensione massima pari a 250 metri lineari contigui, per un massimo del 50% della lunghezza dei singoli tratti di filari” considerati a rischio. Le metrature sono poi lievitate in modo esponenziale autorizzando tagli per una lunghezza complessiva di 1.165 metri di filari e un totale, stimato, di prelievi di “massa legnosa pari a 2056 tonnellate”.
Secondo il Wwf, tuttavia, il documento prodotto dall’Ufficio di Riserva del Comune di Roma Capitale è toppo generico e non specifica le finalità di un provvedimento di ampia portata che merita approfondimenti. L’esposto ha prodotto i suoi effetti perché, nel frattempo, il X Municipio ha convocato un’apposita Commissione per esaminare più a fondo la questione.
Intanto, in attesa del confronto istituzionale, il Wwf affila le sue armi e, per bocca di Maria Gabriella Villani, Presidente della sezione del Litorale Laziale sottolinea che “è assai triste intervenire quando oramai moltissimi alberi sono stati abbattuti” sollecitando il “Comune di Roma, che è ente gestore della Riserva, a stabilire un accordo con Carabinieri Forestali e Polizia Municipale per un controllo efficace e tempestivo in tutte quelle situazioni in cui sono previsti simili disboscamenti”.
Il pensiero corre alle proprietà che caratterizzano la presenza degli eucalipti nell’ecosistema grazie, tra l’altro, alla loro capacità di ospitare api ghiotte del loro polline e riparo agli uccelli che vi costruiscono i loro nidi, per non parlare degli ambienti ombrosi offerti alle tane di volpi, istrici, tassi e altri animali del sottobosco.
Le considerazioni dell’agronomo per evitare il rischio di tagli indiscriminati e sbrigativi
Ma come si fa a valutare l’effettiva pericolosità di piante che, superata una certa altezza, secondo alcuni pareri tecnici possono trasformarsi in alberi fragili quanto il vetro pronti a spezzarsi come fiammiferi in danno delle persone e delle cose che si dovessero trovare sotto la loro traiettoria di caduta?
A questa domanda risponde Leonardo Perronace, già Presidente provinciale dell’ordine dei periti agrari di Roma.
“Le situazioni variano da caso a caso -puntualizza l’agronomo- in generale l’eucalipto non è pericoloso in funzione della sua altezza, ma quando iniziano i processi che determinano la presenza di carie prodotte dall’azione di funghi parassitari, purtroppo, impossibili da prevenire oppure estirpare e che si cibano dell’interno del fusto nonché quelli di degradamento del legno i quali compromettono la stabilità dell’albero. Questi processi sono dovuti alle cattive potature del passato e che dovrebbero essere effettuate in modo oculato con tagli di rami di diametro non superiore agli otto centimetri. Gli alberi non hanno bisogno dell’uomo, siamo noi che ne abbiamo bisogno perché anche le piante di Ostia Antica furono collocate lungo i campi sottratti agli acquitrini delle paludi proprio per la loro capacità di evapotraspirazione, fenomeno di assorbimento dell’acqua dal terreno evidentemente molto utile al prosciugamento di quelle terre. L’eucalipto poi è fatto di un legno di buona qualità, ha un odore salubre, offre molta ombra e come gli alberi di proporzioni simili produce ossigeno e cattura carbonio. Esiste un Regolamento del verde urbano che detta diposizioni molto chiare in tema di abbattimento degli alberi -conclude Perronace- ma devo ammettere che in materia c’è tantissima ignoranza anche da parte delle istituzioni competenti”.
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