Tivoli, minaccia il fratello sui social e con un’ascia: 56enne in carcere

Prima le minacce social e poi con un'ascia: 56enne arrestato per stalking. Perseguitava il fratello

L'ingresso della procura di Tivoli

Perseguita per anni il fratello sui social e con pedinamenti e appostamenti. In uno degli ultimi armato di ascia. E’ stata necessaria una misura cautelare in carcere per fermare a Tivoli un 56enne, appassionato di moto e rock roll e affetto da disturbi psichiatrici che, in una escalation di minacce di morte sempre più inquietanti, aveva reso ormai impossibile la vita al fratello e ai nipoti ancora minorenni.

Prima le minacce social e poi con un’ascia: 56enne arrestato per stalking. Perseguitava il fratello

La misura cautelare in carcere, richiesta dal procuratore capo Francesco Menditto, è stata eseguita giovedì, il 26 ottobre, dagli agenti del pool specializzato nella violenza di genere e minori del Commissariato di Tivoli, agli ordini di Paola Pentassuglia.

Per l’uomo, D.S., 56 anni, è scattato l’arresto per stalking, aggravato dalla parentela con la vittima e l’uso dei social.

In base alla misura cautelare emessa dal gip l’arrestato avrebbe causato nel fratello “un perdurante e grave stato di ansia e paura, ingenerando un fondato timore per la sua incolumità e costringendolo a modificare le proprie abitudini di vita”.

Nella quotidianità della vittima, oramai, non più tollerabili sono risultati i continui messaggi con minacce di morte, anche tramite post pubblicati su Facebook.

Gli appostamenti

Frequenti anche gli appostamenti da parte dell’indagato nei pressi della scuola dei propri nipoti, figli minori del fratello.

Il tutto in un crescendo di atteggiamenti aggressivi e ossessivi sino al culmine dell’ennesima condotta, quando alcuni giorni fa  l’uomo si è fatto trovare nei pressi della palestra frequentata dai nipoti, minacciando suo fratello con un’ascia.

All’episodio sono conseguite, quale allarmante escalation, ulteriori minacce di morte nei confronti del familiare e della sua famiglia che hanno generato una concreta sensazione di panico in tutto il nucleo familiare, compresi gli stessi anziani genitori dell’indagato.

L’ordinanza

Nell’ordinanza eseguita dagli uomini del pool antiviolenza guidati dal sostituto commissario Davide Sinibaldi “la reiterazione delle condotte…in danno della persona offesa, che, con tutta evidenza, connotano la personalità dell’indagato come prevaricatrice e rivelatrice dell’incapacità di reprimere le pulsioni lesive della altrui integrità fisica e psicologica, rendono concreto e attuale il pericolo che l’indagato, ove non contenuto, perseveri nella realizzazione delle condotte criminose a lui addebitate o commetta altri delitti della stessa specie di quello per il quale si procede…”.

A sostegno dell’esigenza di irrogazione della misura in carcere il Gip ha ritenuto che “la graduale escalation delle condotte intimidatorie lascia presagire che, ove non contenuto, l’indagato possa passare alle vie di fatto, portando a compimento le continue minacce proferite nei confronti dei familiari”.