Atac, sì del Campidoglio all’affidamento in house del servizio che resterà pubblico sino al 2027

Il via libera dell’assemblea capitolina apre la strada alla stipula del nuovo contratto di servizio triennale con Atac

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Foto di repertorio

L’Assemblea di Roma Capitale ha espresso parere positivo, dopo il via libera pronunciato dalla Giunta presieduta dal sindaco Roberto Gualtieri, all’affidamento “in house” ad Atac del servizio di trasporto pubblico locale. Un passaggio amministrativo molto atteso da parte di chi si opponeva al rischio di una privatizzazione dello stesso servizio che, secondo un’interpretazione estensiva delle norme europee in materia di appalti, avrebbe invece dovuto essere messo a gara con la possibilità che ad aggiudicarsi la commessa, per il prossimo triennio 2024 al 2027, potesse anche essere una società di diritto privato.

Il via libera dell’assemblea capitolina apre la strada alla stipula del nuovo contratto di servizio triennale con Atac

Il duplice sì espresso dall’aula Giulio Cesare e dall’organo esecutivo di governo del Campidoglio che hanno riconosciuto la piena sussistenza dei requisiti previsti dall’Unione europea spiana, infatti la strada alla stipula, prevista entro la fine di quest’anno, del nuovo contratto di servizio tra Roma Capitale e Atac dando mandato al Dipartimento Mobilità Sostenibile e Trasporti di provvedere a tutti gli ulteriori passaggi propedeutici alla stipula dell’accordo triennale. Tra questi passaggi rientrano la predisposizione del Piano Economico Finanziario Simulato (PEFs) e la deliberazione di affidamento contenente le linee guida per l’implementazione del contratto di servizio.

Si tratta di una buona notizia” ha commentato Eugenio Patanè, assessore alla mobilità di Roma Capitale “a nostro parere i trasporti in una città complessa come Roma devono essere pubblici perché non si può subordinare ai privati e alla logica del profitto l’universalità del servizio, ovvero il diritto di tutti i cittadini, nel centro come nelle periferie, a una mobilità che sia gestita da chi tutela l’interesse collettivo”.

La natura pubblica del soggetto affidatario, secondo valutazioni di fonte sindacale, ha, per esempio, garantito la possibilità da parte di Atac di assumere iniziative destinate ad agevolare particolari categorie di utenti come l’introduzione dell’abbonamento al costo di soli 50 euro per tutti gli under 19 residenti a Roma.

Privatizzare un servizio pubblico essenziale a nostro giudizio è sempre una sconfitta per la collettività e per lo stato sociale – commenta il segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci–  crediamo, inoltre, che vada sfatata la narrazione secondo cui ‘pubblico’ significa inefficiente e ‘privato’ è invece sinonimo di funzionante: studi empirici comprovano che si tratta semplicemente di un falso mito, come dimostrato dal Professor Massimo Florio, dell’Università di Milano, nel suo libro The Great Disvestiture”.