Roma, alla sbarra la killer dei gatti: “Almeno 4 mici seviziati”

L'accumulatrice di gatti non si è presentata alla prima udienza. E' accusata di maltrattamenti di animali

Un gatto trovato nella casa dell'accumulatrice

Al via a piazzale Clodio il processo per la “killer dei gatti”, l’accumulatrice seriale romana di 64 anni accusata di rapire mici per poi tenerli segregati in casa, nel suo appartamento a San Giovanni dove in un blitz di qualche anno fa sono stati trovati, sotto ai mobili o strati di sporcizia, più carcasse di animali morti di fame e stenti ed altri denutriti.

L’accumulatrice di gatti non si è presentata alla prima udienza. E’ accusata di maltrattamenti di animali

Ieri la prima udienza: Norma Autieri, l’imputata, non si è presentata. Il sostituto procuratore Antonio Clemente l’ha portata a processo con l’accusa di maltrattamenti di animali. Per i gatti trovati morti e per quelli ormai pelle ed ossa pronti a lanciarsi dalle finestre pur di avere scampo.

Per la procura la donna  “senza necessità e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, cagionava lesioni e sottoponeva a sevizie, tenendoli segregati presso la propria abitazione, più gatti (almeno quattro), in pessime condizioni igienico sanitarie”. 

“L’appartamento – precisa il capo di accusaera colmo di rifiuti di ogni genere con defecazioni ovunque e gli animali erano completamente denutriti e disidratati in condizioni insalubri e del tutto privi di cure assistenza e sostentamento”.

Norma Autieri da parte sua si definisce una lovers cat: non pensa di rapire gatti ma di salvarli dalla strada. Per gli altri, invece, è solo la killer dei gatti.

Un micio che le è stato strappato nel blitz nella sua abitazione effettuato nel 2017 e per cui ora è a processo – era stato chiamato Libero. Liberato, appunto, prima che morisse di stenti tra cumuli di rifiuti in casa della padrona (ne erano stati rimossi 16 quintali). Altri gatti prima di lui si erano lanciati dalla finestra pur di fuggire dalla casa degli orrori.

La killer dei gatti, altrimenti conosciuta come la padrona dei gatti suicida, single e casa in via Lavinio, laurea in psicologia e un disturbo mentale che l’ha portata a soffrire di disposofobia (l’accatastamento ossessivo di cose) e di animal hoarding (accumulo di animali), era riuscita a farsi donare quel gatto da una volontaria animalista, ignara.

La sua triste fama da anni ormai tiene in allerta gli animalisti di tutta Italia.

La protesta

Fermiamo la killer dei gatti“. Un gruppo di animalisti, provenienti anche dal Nord Italia, ad aprile si erano dati appuntamento a San Giovanni sotto casa della “gattara” per chiedere l’intervento delle istituzioni e mettere fine all’agonia di altri gatti.

C’è il forte sospetto che la pensionata abbia reintrodotto in casa gatti trovati in strada”, protestavano gli animalisti – Gatti rapiti per strada con borse e trasportini”.

L’adunata è scattata dopo che la donna, residente in via Lavinio, e più volte denunciata, sarebbe stata vista di nuovo aggirarsi con dei gatti dentro i sacchi. Chi la monitora ha fatto subito scattare l’allarme. Un appello raccolto dal leader animalista Enrico Rizzi.

La signora non ha colpe, va aiutata, fermata – dice una animalista – Sono dieci anni che va avanti questo dramma per i gatti. Non è possibile che Polizia, vigili, assistenti sociali e il servizio animali del Campidoglio non riescano a trovare una soluzione definitiva“.

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