I falsi progetti di ricerca sarebbero stati effettuati per generare crediti di imposta milionari: ai domiciliari l'ex prorettore Carlo Maria Medaglia
Decine di progetti di ricerca effettuati solo sulla carta per ottenere crediti d’imposta per almeno 24 milioni di euro. Sono le accuse che all’aba di oggi, lunedì 16 ottobre, hanno portato la Guardia di finanza di Roma – sezione di Nucleo di polizia-economico finanziaria – a eseguire le misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un ex prorettore della Link Campus University, nota università privata e telematica maltese con sede a Roma, e di una sua collaboratrice.
Nell’inchiesta sono indagate 29 persone, per lo più manager delle società che fatturavano i falsi progetti e che poi a loro volta avrebbero presentato al factotum dell’università fattire per servizi mai resi.
I due arrestati sono il professor Carlo Maria Medaglia, fino al 2020 ex docente, prorettore e direttore del Dipartimento alla ricerca dell’ateneo e una sua collaboratrice.
Sono accusati di aver falsamente erogato progetti di ricerca e sviluppo a oltre 20 società, consentendo a queste ultime l’illecito utilizzo di crediti d’imposta.
I reati contestati dalla Procura di Roma vanno dall’indebita compensazione, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti ai danni dell’erario.
Per Medaglia e la sua collaboratrice i pm hanno anche disposto la confisca di conti correnti e beni per il valore totale di 24 milioni di euro, equivalente al profitto della presunta frode.
Tra gli indagati il fondatore ed ex presidente della Link, l’ex ministro democristiano Vincenzo Scotti, ora novantenne, accusato per diverse presunte fatture false emesse dall’ateneo. Ne confronti di Scotti il gip ha ordinato il sequestro per equivalente di oltre tre milioni e mezzo di euro.
Le indagini della Guardia di finanza si sono concentrate su presunti progetti realizzati solo sulla carta prima del 2020: la Link Campus, estranea ai fatti, ha cambiato proprietà e management.
Gli investigatori hanno svelato un complesso sistema di raggiri che avrebbero avuto come protagonista proprio Medaglia.
Il meccanismo secondo la procura era questo: le società private avrebbero abbatuto il carico fiscale con le false fatture per progetti di ricerca effettuati dall’università solo sulla carte per poi ricevere dall’università fatture per altre commissioni sempre fantasma. Nella differenza di fatturazioni l’ex factotum dell’università avrebbe incassato una parte dei guadagni.