I soldi per alzare l’argine e mettere in sicurezza Ostia dal reale rischio d’esondazione del Tevere, ci sono fin dal 2004. A questi, poi, si sono aggiunti altri fondi per trasferire i residenti dell’Idroscalo in case salubri e distanti dal pericolo del fiume. Tutto però continua a essere fermo permane la minaccia delle acque alte per la città: il Campidoglio dorme e la Commissione Grandi Rischi tira le orecchie al sindaco.
Vanno rialzati gli argini del Tevere e spostati i residenti dell’Idroscalo: soldi disponibili da anni ma le opere restano nel cassetto. La Commissione Grandi Rischi richiama il sindaco
Arriva il maltempo con le sue “bombe d’acqua” e torna d’attualità il rischio che corre Ostia in caso di onda di piena del fiume. L’Autorità di Bacino del Tevere da oltre venti anni ha individuato una parte consistente di Ostia come area a rischio esondazione. In caso di tracimazione del Tevere, corrono il rischio di essere invase dall’acqua larghe parti di Ostia (vedi le zone in scuro nella piantina qui sotto) per un totale di 50mila persone esposte al pericolo.
Proprio per riparare Ostia da questo rischio, nel 2004 venne elaborato un progetto di costruzione parziale e di innalzamento del tratto finale dell’argine tiberino in riva sinistra (Fiumara Grande) pagato in buona parte dai privati: su un costo previsto di 4,289 milioni di euro, 1,4 di quelli erano versati da costruttori che in quegli anni ottennero di costruire edifici a Ostia.
Nel tempo a quei soldi si sono aggiunti 10 milioni di euro della Regione Lazio per la costruzione di case dove trasferire i residenti dell’Idroscalo (una delle aree a rischio) e altri 5,750 milioni del Comune di Roma per costruire 125 alloggi sempre destinati ai residenti del villaggio (740 persone censite).
A distanza di così tanto tempo senza che sia successo nulla, con la spada di Damocle sulla testa degli ostiensi a rischio esondazione, l’architetto Bruno Spinozzi, direttore di quei lavori mai fatti, ha scritto alla Commissione Nazionale Grandi Rischi, al prefetto di Roma e alle altre autorità competenti per ribadire il grave pericolo. Spinozzi da anni lamenta l’inerzia dell’amministrazione e, dunque, il suo è un grido d’allarme ancora più forte.
Facendo sue le raccomandazioni di Spinozzi, la Commissione Grandi Rischi ha richiamato al suo dovere il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. “Il sindaco del Comune di Roma – scrive a Gualtieri Paola Pagliara, direttrice del dipartimento di Protezione Civile che si occupa della materia – è invitato a garantire secondo le proprie specifiche competenze e poteri, le misure volte a verificare e assicurare il funzionamento efficace dell’azione di protezione civile a livello locale come disposto dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri”.
Il richiamo è stato diffuso, per conoscenza, anche alla Regione Lazio, al X Municipio, all’Autorità di Bacino del Tevere e al Prefetto di Roma.