Laurentino 38, le proteste riportano gli operai nel cantiere Ater: prosegue la battaglia per spostare le famiglie abusive

Laurentino 38, il cantiere è fermo. Il coordinamento occupazioni: "Per le famiglie assegnatarie uscite per i due anni previsti, a gennaio 2024 il rischio di restare per strada"

Alle prime ore di stamattina gli operai che si muovono all’interno del cantiere Laurentino 38, danno l’illusione di una ripresa dei lavori, ma non è così per la mastodontica e lentissima impresa da 7 milioni di euro ripresa solo a maggio di quest’anno, quando sono partite le opere di demolizione per la riqualificazione degli appartamenti dei ponti 5 e 6. L’intervento imponente era stato già bloccato nel 2022 era infatti ripreso dopo più di un anno dal punto in cui aveva lasciato i residenti in condizioni di estremo disagio, per essere ribloccato 15 giorni fa, secondo quanto riferiscono le fonti ufficiali, per la denuncia di una presunta aggressione di un operaio.

Per i cittadini una misura colma e poco credibile, che stamattina una parata di striscioni di protesta, appesi dal ponte 5, hanno dimostrato. In tutto questo caos un coordinamento dedicato agli assegnatari della case del Laurentino 38, si sta occupando anche delle persone che si sono insediate negli appartamenti fatti svuotare per avviare i lavori, e che sarebbero un ennesima complicazione per fare proseguire l’opera.

Laurentino 38, il cantiere è fermo. Il coordinamento occupazioni: “Per le famiglie assegnatarie uscite per i due anni previsti, a gennaio 2024 il rischio di restare per strada”

La riqualificazione del Laurentino 38 avviata nel 2022 e più volte interrotta, è destinata a concludersi, anche se quando non è dato sapere. Il cantiere messo in stop per 15 giorni è infatti ancora fermo e ha fatto scattare il timore di una sospensione anche prolungata a seguito di una presunta aggressione di un operaio, come riportato in queste ore anche da Roma Today, e avvenuta nel contesto difficile che sta vivendo il quartiere.

Nelle ultime ore i cittadini avevano tappezzato il ponte di striscioni raccontando la situazione di disagio collegata in primis alla lentezza di un cantiere, che per quanto atteso e desiderato, ha trasformato quest’area del Laurentino 38 in un cumulo di macerie e rifiuti.

Dopo la pronta rimozione dei manifesti però, la nuova polemica social del Laurentino Borgata sottolinea la condizione di un quartiere dimenticato: “Gli operai Ater non si vedono mai, nemmeno quando la gente disabile è incastrata dentro casa con gli ascensori rotti o quando ci sono gravi problemi alle strutture. Per staccare i 30 striscioni di protesta comparsi stamattina, e cioè lenzuola che raccontavano la verità al V ponte, il personale è invece arrivato subito, lasciando però le macerie e i rifiuti”.

Dalla responsabile del coordinamento degli occupanti del Lauerntino 38, sentita sulla vicenda, arriva infatti l’allarme per le famiglie del Laurentino, sia per chi vive in un contesto a dir poco dimenticato, dove i lavori di riqualificazione promessi, hanno prima pensato a tirare fuori dalle case gli assegnatari, per poi partire dopo più di un anno con le demolizione laddove era rimasto un disastro di rifiuti accentuato ora dalle demolizioni.

Le demolizioni peraltro sono partite con la consapevolezza che qualcuno viveva nell’area cantiere” – ha spiegato la referente.

E’ lei a spiegare anche come purtroppo con la stessa velocità con cui i residenti tra cui lei stati fatti uscire per fare partire il cantiere, sono avvenuti degli insediamenti nelle case “vuote” di poche persone fragili: “Per loro ho chiesto personalmente al Municipio una mano affinché vengano prese in carico anche se fuori dal censimento Ater. Si tratta di 6 persone 4 donne un ragazzo e un uomo disabile che non hanno alternative, ma che mai e poi mai avrebbero comunque osteggiato personalmente i lavori”.

Oggi cercano un nuovo dialogo con le istituzioni: “Per far si che anche loro come già accaduto per un occupante non censito, venga previsto un aiuto concreto. E’ importante per il proseguimento del cantiere che per i ponti 5 e 6 ha previsto la realizzazione di circa 50 appartamenti, di uno spazio studenti e aree comuni. Auspichiamo che i lavori finiscano presto perché i verbali per gli alloggi temporanei per le famiglie uscite prima del 2022, durano due anni e purtroppo per un “calcolo” sbagliato dei tempi di spostamento delle famiglie, dovranno essere liberati tra pochi mesi”.

Il rischio a partire dal 2024 è che le case non siano pronte e le famiglie restino per strada: “In questi mesi sono successi episodi inquietanti che hanno preso di mira le donne che si sono insediate abitazioni abusivamente – aggiunge – bambole impiccate e molestie che non sono state denunciate ma che pubblicamente segnaliamo oggi. L’impressione è quella di una forte pressione per spaventare queste persone, che non arriva certo dai residenti, ma potrebbe essere finalizzata a farle andare via spontaneamente“.