Studenti fuori sede: “Tutelare il diritto allo studio giorno e notte”. Sit in tende a Roma sul caro affitti

Il 35 % degli studenti fuori sede di Roma fa i conti con affitti insostenibili. Sindacati: "I più cari d'Italia. Comune e Regione si attivino contro le speculazioni"

Tende davanti all'Università "La Sapienza" - foto SU Sapienza Instagram

E’ Roma la città italiana più cara dove trasferirsi a studiare all’Università. E a pesare, come ormai noto, è proprio il costo di affitto di un posto letto, che sia una stanza in appartamento condiviso o una qualsiasi altra soluzione, con contratto a canone concordato studenti, più alto perfino di qualsiasi contratto a canone concordato dedicato alle altre tipologie di inquilini.

In queste ore gli studenti sono ancora una volta coinvolti in un sit in di protesta davanti alle principali università italiane, e a Roa davanti alla sede della Città Universitaria “La Sapienza”, simbolo dell’università pubblica romana, mentre la Cgil, il Sunia e la Flc Cgil di Roma e del Lazio, tuonano: “140 euro al metro quadro, è una cifra insostenibile per chi studia fuori sede”.

Il 35 % degli studenti fuori sede di Roma fa i conti con affitti insostenibili. Sindacati: “I più cari d’Italia. Comune e Regione si attivino contro le speculazioni”

Si aggira tra i 3mila e gli 11mila euro il costo di affitto per i fuori sede intenzionati a studiare nelle università romane, che si tratti di un posto letto, una micro-stanza o una piccola abitazione.

Un conto che condiziona a dir poco la scelta di studenti fuori sede, spesso anche provenienti da altre città del Lazio, che, preso atto di una situazione catastrofica sul fronte dei trasporti regionali, si vedono spesso costretti ad una situazione in pianta semi-stabile nella Capitale, per poter frequentare le lezioni del propri corsi di studi.

In una nota dei sindacati Cgil-Sunia-Flc è chiaro il messaggio rivolto a Comune e Regione, che si devono impegnare senza sé e senza ma, nell’evitare il più possibile le speculazioni su questi flussi.

Nel dettaglio fornito in queste ore, si parla di cifre che richiamano perfino il concetto stesso di diritto allo studio, qualcosa che se tutelato di giorno, al calare della sera, costringe i ragazzi quasi a rimettersi sul treno e tornare al paese.

Diritto allo studio “giorno e notte”, è un po’ il leitmotiv per chi di fronte ad un investimento sull’istruzione dei propri figli deve fare i conti con una spesa media di oltre 11mila euro l’anno per l’affitto di un’abitazione minimalista, più di 3mila per un singolo posto letto, a cui aggiungere oltre 2mila euro in più se ci si vuole permettere il lusso di una porta per un po’ di privacy e un armadio tutto per sé.

“Roma ha i costi più alti tra le principali città universitarie e decisamente superiori al contratto a canone concordato dedicato a tutte le altre tipologie di inquilini – specificano Cgil, Sunia e Flc Cgil di Roma e del Lazio -, e nemmeno le uniche chiaramente, perché a queste vanno sommate le spese per le utenze, il vitto, il trasporto, le tasse universitarie, i libri e il materiale di corredo per lo studio“.

In termini percentuali si parla del 35% delle studentesse e degli studenti che scelgono gli Atenei romani da altre regioni, ma anche da altre città del Lazio, e che alla fine del liceo prendono per un momento in considerazione anche l’ipotesi di cercare casa nella Capitale, mancando i presupposti minimi per fare “avanti e indietro” in treno senza rischiare di bucare continuamente l’orario delle lezioni. Un’idea sulla quale fanno dietrofront quasi subito o a percorso universitario iniziato per l’insostenibilità dei costi.

Da mesi gli studenti si sono mobilitati nei confronti del Governo sul caro affitto, ed ora è verso il Comune di Roma e la Regione Lazio che si spostano con più determinazione le richieste che in primis sono: “Un potenziamento degli investimenti sul diritto allo studio universitario, l’aumento del numero di alloggi pubblici negli studentati, e un intervento sul mercato degli affitti per contrastare le speculazioni” – concludono i sindacati in sostegno dell’Unione degli Universitari.