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Roma, il trapper Elia 17 Baby torna in carcere: “E’ spregiudicato”

Il trapper romano non era rientrato ai domiciliari in orario durante un permesso: le motivazioni del giudice

Torna in carcere Elia 17 Baby il trapper romano condannato a giugno a 10 anni di carcere per tentato omicidio. Ha violato le prescrizioni degli arresti domiciliari. Non è rientrato in orario nella sua abitazione romana dove stava scontando i domiciliari durante un permesso settimanale di due ore che gli era stato appena concesso. Qualche giorno fa l’arresto dei carabinieri su ordine del tribunale di Sassari.

Il trapper romano non era rientrato ai domiciliari in orario durante un permesso: le motivazioni del giudice

Per il giudice si è rivelato spregiudicato, e con una indole delinquenziale costantemente riottosa, in altre parole immeritevole delle concessioni appena riconosciute.

A pesare sulla decisione anche gli sbeffeggiamenti che Elia 17 Baby, all’anagrafe Elia Di Genova, 27 anni, aveva riservato alla vittima – un trentenne accoltellato alla schiena il 14 agosto 2022 dopo un party in spiaggia in Costa Smeralda – subito dopo la condanna.

Sbeffeggiamenti rivolti al ragazzo che aveva accoltellato e ridotto in sedia a rotelle: “Ho preso 10 anni e rido, te piangi“, si legge in uno. “Ma se volevi fa il criminale , che l’hai fatta parti a fà la Denuncia?! La via e il numero civico miei c’è l’hai dai verbali … hai detto al processo: Tanto ci vediamo a Roma! ti aspetto con ansia Jeeg Robot, metti le gomme da pioggia“.

Elia 17 Baby, difeso dagli avvocati Pietro e Gian Maria Nicotera, nonostante la gravità della contestazione (tentato omicidio), dopo aver scontato mesi di carcere a Sassari e Viterbo, aveva infatti ottenuto la concessione degli arresti domiciliari e successivamente un permesso di due ore, dalle 10 alle 12, il mercoledì per sbrigare piccole faccende personali: andare in farmacia, fare la spesa e piccoli acquisti.

Il 9 agosto gli agenti della Questura di Roma, commissariato sezionale San Ippolito, a mezzogiorno in punto non lo avevano trovato in casa. A quel punto avevano tentato ripetutamente di contattarlo citofonando al portone e alla porta di casa dove lo hanno atteso fino alla 12.25.

Per il giudice “il comportamento violento del Di Genova oltre a costituire chiaro tradimento alla fiducia mostrata nei suoi confronti dal tribunale di Sassari con l’autorizzazione, palesa l’incapacità del medesimo a rispettare le prescrizioni proprie del regime cautelare in atto e conferma la sua insopprimibile incapacità di autocontrollo”.

“Allarmante spregiudicatezza”

Scrive il giudice: “E’ un soggetto spiccatamente riottoso, di elevata pericolosità sociale, di intensa capacità a delinquere e di allarmante spregiudicatezza, come dimostrato dalla natura e dalla modalità dei fatti per i quali lo stesso è stato di recente condannato, dal grave precedente (spaccio), dal preoccupante comportamento tenuto sia nel periodo di carcerazione preventiva (segnalazione della casa circondariale di Viterbo) sia il giorno della pronuncia della sentenza di condanna (per l’accoltellamento ndr)”.

“Il dileggio della parte offesa”

Non è inopportuno ricordare – aggiunge il giudice – che il 12 giugno 2023 a pochi minuti di distanza dalla pronuncia della sentenza di condanna nei suoi confronti l’imputato ha pubblicato sui social a lui riferibili frasi e fotografie dispregiative nei confronti dell’autorità giudiziaria e palesemente ingiuriose e minacciose, oltre che di dileggio, nei confronti della stessa parte offesa”.

I dileggi del trapper romano alla vittima dopo la condanna per tetato omcidio. Foto da L’Unione Sarda