E’ salita su un albero e per ore è rimasta in bilico attaccata ai rami. Singolare protesta nella tarda mattinata di oggi, mercoledì 13 settembre, a Roma dove una ambientalista decisa a stoppare il taglio di nove olmi siberiani disposta da Roma Capitale è salita con un balzo su un albero minacciando di non voler più scendere.
L’ambientalista è salita sull’albero dove è rimasta in bilico per ore: la battaglia per salvare degli olmi
A farle cambiare idea alla manifestante green, Margherita C., 45 anni, l’arrivo dell’assessore all’ambiente dell’XI municipio Daniela Gentili e soprattutto l’intervento di due pattuglie della Polizia di Stato.
La protesta è andata in scena da mezzogiorno in via Ventimiglia, al Trullo. A manifestare solo sei ambientalisti decisi a scongiurare “l’abbattimento programmato degli ultimi alberi rimasti al Trullo”. In mano un cartello “La morte civile”.
Poi lo scatto della donna che è salita sull’albero movimentando la manifestazione. Ci sono volute più di due ore per convincerla a mollare la chioma e tornare sul marciapiede.
Gli ambientalisti
L’appello di scendere in strada per salvare i nove olmi siberiani a bordo della via (poi comunque tagliati) era stato lanciato ieri dall’associazione “L’Altritalia Ambiente”.
“Non si ferma la mattanza verde posta in essere dal Comune e dai municipi della capitale per “mettere in sicurezza” le alberature della città“, la loro spiegazione.
“Un metodo molto originale quello pensato dai politici e dai tecnici romani, abbattere tutto ciò che è verde, con buona pace dell’emergenza climatica, della qualità dell’aria e delle alte temperature registrate in città nei mesi più caldi“.
Per l’associazione, infatti, non ci sarebbe effettivamente un’urgenza sul fronte della incolumità pubblica: “Una perizia giurata smentisce tale teoria“, ha spiegato chi ha protestato oggi abbracciando gli alberi.
“Considerato che ognuno di quegli alberi produce circa 40 litri di ossigeno al giorno, avremo 360 litri di ossigeno in meno ogni giorno, un abbruttimento della zona in questione la perdita di vaste zone d’ombra preziose nelle sempre più calde estati romane“, hanno lamentato i manifestanti.