Il Castellaccio dei Monteroni, a Ladispoli, verrà ristrutturato, riqualificato e reso fruibile a cittadini e turisti.
L’annuncio è giunto, nella giornata di oggi, mercoledì 13 settembre, dal sindaco Alessandro Grando.
Un cantiere importante, che durerà ben 500 giorni, al termine dei quali questa struttura, con annessa stalla e corte esterna, verrà completamente recuperata.
E, per il futuro, sono tanti i progetti che riguardano lo spazio restituito alla Città.
La struttura, di origine medievale, ha visto il passaggio di tante personalità che nel corso dei secoli hanno fatto tappa lungo il percorso Roma-Civitavecchia, passando per Ladispoli
“Come promesso – afferma il sindaco Grando – la ditta ha preso possesso del cantiere nella data annunciata, gli interventi permetteranno un restauro che consentirà un uso polivalente, dalle attività espositive, agli eventi, alle manifestazione culturali e sportive, didattico-scientifiche e ricreative”.
Il Castellaccio dei Monteroni, che si trova lungo il percorso dell’antica via Aurelia, è un casale fortificato che risale al Medioevo. Si tratta di una struttura dall’immenso valore storico, artistico e architettonico. Basti pensare alle tante personalità che vi hanno soggiornato o che ad esso sono legate per svariati motivi.
Era stato utilizzato, nel corso dei secoli, lungo il percorso che unisce Roma con Civitavecchia, come stazione di posta, albergo e osteria per i viandanti.
Una struttura che ha sempre avuto un grande fascino proprio perché porta con sé la memoria del passato. Qui si sono affacciati nobili, letterati, studiosi, architetti e viaggiatori.
“E’ l’unico bene storico-architettonico di proprietà del Comune di Ladispoli – spiega l’assessora ai Lavori Pubblici Veronica De Santis – Vi hanno soggiornato San Paolo della Croce, il viaggiatore romantico George Dennis, l’architetto topografo Luigi Canina, Teresa Caetani, duchessa di Sermoneta, e il poeta Giuseppe Gioacchino Belli che al suo interno venne anche arrestato. Durante gli anni cinquanta fu utilizzato come set cinematografico delle ultime scene del film La Grande Guerra con Alberto Sordi e Vittorio Gassman”.