L’area del Mausoleo dei Plautii aperta per la prima volta al pubblico. Tivoli riacquista un suo tesoro. Ieri, domenica 3 settembre, la prima apertura straordinaria è stata un successo: più di un migliaio di visitatori nelle mattinata di apertura hanno passeggiato nell’area verde del sepolcro, a un passo dal ponte lucano, sempre di epoca romana, e l’Aniene inaspettatamente azzurro.
L’istituto Villae intanto sta studiando una speciale passerella per l’ingresso nei piani interni del mausoleo
Un’apertura attesa dai tiburtini e dagli appassionati di arte e di archeologia: il mausoleo – solo da pochi mesi affidato alla gestione dell’istituto Villae – per secoli è stato mal conservato e considerato come un monumento di secondo piano nella Città dell’Arte che vanta con Villa Adriana e Villa d’Este due monumenti Unesco.
L’apertura straordinaria potrebbe diventerà fissa ogni prima domenica del mese, dalla primavera 2024. Intanto si ripeterà la riapertura il primo ottobre, in contemporanea all’iniziativa ministeriale Domenicalmuseo, che garantisce l’apertura gratuita di tutti i musei statali e delle aree archeologiche.
“L’apertura del mausoleo è una sorta di regalo nei confronti della comunità soprattutto tiburtina: è un’area che da tempo merita la giusta valorizzazione – spiega il direttore dell’istituto Villae Andrea Bruciati – Questo è il primo passo. Intanto inizieremo a fare la progettazione la passerella con cui entrare nel monumento” .
Un vanto per la città
Il mausoleo è stato costruito da Marcus Plautius Silvanus, console dell’imperatore Augusto, che si distinse per la conquista dell’Illirico ricevendo, quindi, gli “Ornamenta triumphalia”, ovvero il “Trionfo”, massimo onore tributato nell’antica Roma attraverso una cerimonia solenne al generale che avesse conseguito una storica vittoria.
Marcus Plautius Silvanus fece realizzare l’opera per sé, per la moglie Lartia e per il figlio Aulus Plautius Urgulanius.
Il sepolcro ospitò le spoglie del console e dei discendenti di una tra le più antiche famiglie di Roma, tra cui si menziona Ti. Plautius Silvanus Aelianus, come attestano le iscrizioni ancora presenti e rinvenute nel passato, poste nell’avancorpo rettangolare, incorniciato da mezze colonne ioniche, e nella parte alta della struttura cilindrica.