Da Bucefalo di Alessandro Magno al destriero di Buffalo Bill, da Asturcone di Giulio Cesare a Marengo di Napoleone. I sei cavalli più famosi della storia.
Alcuni tra i più grandi personaggi del passato si sono avvalsi di cavalli fedeli e coraggiosi per compiere imprese leggendarie. Conosciamo 6 cavalli che hanno impresso il loro nome nella Storia, per l’eternità…
Il cavallo ha da sempre accompagnato l’uomo nel suo cammino attraverso millenni di storia. Fu addomesticato in un periodo che oscilla, in base a diversi studi, tra il 6000 e il 3500 a.C.; siamo pertanto nel Neolitico per la prima ipotesi, nella successiva Età del Rame per la seconda. Il cavallo ha avuto diversi ruoli nella società umana, tutti di importanza capillare e tali da garantire l’effettivo sviluppo della stessa. Il cavallo ha aiutato l’uomo nell’agricoltura e nell’industria, gli ha permesso di percorrere grandi distanze sulla terra, lo ha supportato nelle attività di caccia e lo ha accompagnato in battaglia, dimostrandosi in ogni contesto un alleato valoroso e affidabile. In questo articolo ricordiamo i 6 cavalli che più si sono imposti nella storia come compagni inseparabili di grandi uomini.
Nel 342 a.C. Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro, acquistò uno splendido stallone di razza tessalica. Tuttavia il cavallo era indomabile, turbolento e recalcitrante alla monta. Il giovane Alessandro, dopo aver osservato il comportamento dell’animale, comprese che esso temeva le ombre. Pertanto gli rivolse il muso verso il sole, lo accarezzò con dolcezza e in un istante gli saltò in groppa.
Tra lo stupore di tutti e la commozione di Filippo, Alessandro non trattenne il destriero ma lo lasciò libero di galoppare fino a quando non riuscì a farsi accettare. Alessandro chiamò quel cavallo, “Bucefalo” (in greco “dalla testa di bue”). I due divennero inseparabili. Si spinsero ai confini del mondo conosciuto condividendo mille imprese. Con la morte di Bucefalo nel 326 a.C. in seguito alla Battaglia dell’Idaspe nel Punjab, morì una parte di Alessandro Magno.
Un rapporto simile a quello che legò Alessandro Magno a Bucefalo, caratterizzò Giulio Cesare e il suo cavallo che rispondeva al nome di Asturcone perché originario delle Asturie. Asturcone era un destriero forte, poderoso, resistente e molto docile ai comandi. Accompagnò Giulio Cesare nelle campagne in Gallia e durante il fatidico passaggio del Rubicone nel 49 a.C.; Asturcone fu montato unicamente da Giulio Cesare. Il condottiero romano lo considerava un animale speciale tanto da dedicargli alla sua morte, una statua presso il Tempio di Venere Genitrice. Quando era solo un puledro, gli aruspici predissero che chi lo avesse cavalcato, avrebbe dominato il mondo. Asturcone non era un cavallo di bell’aspetto ma presentava la particolarità di “avere piedi quasi umani con le unghie fesse in forma di dita” come narra Svetonio.
Caligola fu il terzo imperatore romano della dinastia Giulio-Claudia, dopo Augusto e Tiberio. È passato alla storia per il suo carattere dispotico, crudele ed eccentrico. Figlio del grande Germanico, generale amatissimo da popolo e legioni, Caligola era il principe “sognato dalla maggior parte dei romani” come riporta lo storico Svetonio. Nel 37 salì al potere e nello stesso anno si ammalò gravemente. Una volta guarito, Caligola non fu più lo stesso.
Iniziò a Roma un periodo di terrore con l’eliminazione fisica di tutti coloro che l’imperatore percepiva come nemici della corte. Alternando eccessi d’ira a smodate manifestazioni di ilarità, Caligola si spinse alla conquista della Britannia, concludendo la campagna con l’ordine assurdo dato ai soldati, di attaccare il mare per poi raccogliere conchiglie come trofei di guerra.
Tra le tante stravaganze di Caligola rientra anche il rapporto con il suo cavallo personale, Incitatus, un destriero forte e veloce, vincitore di numerose gare. L’imperatore lo adorava a tal punto da farlo mangiare alla sua mensa, accudito da schiavi che si dedicavano esclusivamente a lui. Incitatus viveva nel lusso, coccolato e viziato con i cibi più pregiati. Svetonio e Cassio Dione ricordano che, in disprezzo dei senatori, Caligola manifestò più volte il desiderio di nominare “senatore” proprio il suo cavallo.
Splendido esemplare arabo di piccola taglia, Marengo fu portato in Francia dall’Egitto all’età di 6 anni. Prese il nome dalla Battaglia di Marengo tra francesi e austriaci, alla quale partecipò con in sella Napoleone Bonaparte. Questo celebre cavallo visse 38 anni, spirando nel 1831. Il suo scheletro è oggi esposto presso il National Army Museum di Chelsea (Londra). Marengo fu un cavallo eccezionale, noto per il coraggio e la resistenza. Trasportò l’imperatore in tutte le battaglie più importanti dell’epopea napoleonica, Austerlitz, Jena, Wagram e Waterloo, riportando una decina di ferite.
Robert Edward Lee, nativo della Virginia, fu uno dei migliori ufficiale usciti dalla prestigiosa Accademia Militare di West Point. Allo scoppio della guerra civile nel 1861, da virginiano, sposò la causa dei nascenti Stati Confederati d’America. In guerra si distinse per la grande abilità tattico-strategica e un senso del dovere fuori dal comune, tanto da attirargli il rispetto persino degli avversari sui campi di battaglia. Dopo la guerra fu preside del Washington College di Lexington fino alla data della sua morte, 12 ottobre 1870.
Il generale Lee era legatissimo a Traveller, un American Saddlebred elegante, dalle forme armoniose e con uno splendido mantello grigio pomellato. Forte e resistente, Traveller accompagnò Lee per tutti gli anni della guerra. Uomo e animale costituivano un binomio inscindibile. Traveller seguì il feretro del suo padrone al funerale morendo un anno dopo di tetano. Riposa a pochi passi dalla tomba del generale presso il Washington and Lee College.
William Frederick Cody, nato nel 1846, al secolo “Buffalo Bill” è stato uno dei personaggi più rappresentativi del “Selvaggio West“, una vera e propria icona della Frontiera. Cacciatore di bisonti, soldato dell’Unione durante la guerra di Secessione americana, esploratore, scout dell’esercito e impresario teatrale, Buffalo Bill fece spettacoli anche in Italia tra il 1890 e il 1906. Egli intorno al 1870, ricevette uno splendido destriero in dono da una tribù di nativi; lo chiamò “Brigham“. Il cavallo si rivelò superlativo proprio nella caccia al bisonte, diventando l’inseparabile compagno del celebre Buffalo Bill.