Tra gli indagati un bagnino di 18 anni: "Lo svuotamento iniziava prima per guadagnare tempo e soldi"
L’operazione di svuotamento delle piscine avviata in presenza dei bagnanti e con bagnini al lavoro neo maggiorenni. Per la tragedia delle Terme di Cretone, a Palombara Sabina, costata la vita al piccolo Stepan, il bambino russo che abitava da due anni a Castel Madama, uno dei 4 indagati – tra titolari e assistenti bagnanti – è un bagnino di 18 anni.
“Noi eseguivamo gli ordini. Ecco perché lo svuotamento delle piscine veniva avviato subito dopo l’avvertimento ai bagnanti. Si guadagnava tempo, quindi immagino soldi. Per evitare gli straordinari”, si sarebbe sfogato il bagnino, ancora sotto choc. Nei prossimi giorni sarà ascoltato formalmente dai magistrati. L’accusa per tutti è di omicidio colposo.
Al centro dell’inchiesta resta l’orario di svuotamento delle piscine avviato – per prassi, mai al centro di controlli – circa mezzora prima della chiusura dell’impianto termale. Il piccolo, infatti, trascinato dal potente risucchio dell’acqua purtroppo – in assenza di una adeguata vigilanza – sarebbe annegato con o senza grata di uno dei bocchettoni di svuotamento alla base della piscina alta fino a tre metri.
Solo una vigilanza attenta avrebbe permesso di evitare la tragedia. In quelle condizioni l’annegamento viene dato per scontato in una trentina di secondi, massimo un minuto.
Il bagnino 18enne, è difeso da Alessandro Palombi, avvocato penalista, parlamentare e sindaco di Palombara, luogo della tragedia. “La posizione del mio assistito – ha detto il legale – è marginale, essendo un addetto all’assistenza ai bagnati che si limitava a svolgere i compiti che gli venivano assegnati. E’ sua intenzione chiarire al più presto la sua posizione rendendo dichiarazioni alla Procura”.
Per la tragedia del piccolo Stepan allo strazio dell’annegamento si è sommato quello del recupero.
Intanto ieri, lunedì 21 agosto, all’Istituto di Medicina Legale della Sapienza, è stata effettuata l’autopsia anche se la morte per annegamento era scontata.
Il corpo del bambino infatti era stato recuperato da una squadra di sommozzatori dei vigili del fuoco, dopo diversi tentativi di salvataggio anche da parte del padre e di altri bagnanti.
Nella struttura dove è avvenuta la tragedia verrà svolto un altro sopralluogo per verificare se la griglia, che doveva essere posizionata a protezione del bocchettone d’ingresso nello scarico, era stata stata rimossa del tutto proprio per velocizzare il deflusso.