Per oltre sessant’anni ha scritto pagine importanti nella storia della gastronomia di Fregene e non solo. Salvatore Maduli se n’è andato a 94 anni, dopo aver gestito il ristorante “Salvatore alla scialuppa” che aveva inaugurato nel 1956 al Villaggio dei Pescatori affacciato sulle onde del Tirreno. E di mare Salvatore se ne intendeva davvero.
Maduli era partito dalla Calabria giovanissimo per tentare la fortuna lontano dalla sua terra e, ricetta dopo ricetta, con intuito e passione, combinati in un mix irresistibile era diventato il punto di riferimento di tanti estimatori della cucina di mare sino a a essere consacrato tra i locali stellati consigliati dal celebre Gambero Rosso che ha annoverato “Salvatore alla scialuppa” in quanto icona dell’arte del cibo di mare sul litorale romano.
Il Gambero Rosso ha ricordato che, dopo la sua scomparsa, “cala un velo di malinconia sul forsennato movimento agostano della spiaggia di Roma Nord, come si dice nella Capitale, in verità meta balneare presa d’assalto ogni anno” da migliaia di vacanzieri attirati anche dalla “buona ristorazione che“, oltre alla Scialuppa di Salvatore, “ha alzato l’asticella con tante realtà serie e di contenuto“.
Salvatore Maduli amava il suo lavoro e sperimentava sapori e accostamenti nuovi tanto che le sue specialità sono diventate dei veri e propri classici della gastronomia marinara come la pasta con le mazzancolle e la saporitissima bruschetta con le telline pescate a due passi dal suo ristorante.
Bravura, fama e capacità spinsero Salvatore ai vertici dei locali più gettonati anche dai personaggi del jet set della Capitale che, negli anni Cinquanta, brulicava di attori, registi e starlette, in cerca di fama. “Salvatore alla scialuppa” è così diventato una meta dove spesso amavano presentarsi anche i vip nel mondo della celluloide, da Alberto Sordi a Federico Fellini.
Maduli è stato anche protagonista di un lungo servizio curato per Rai 2 dal giornalista, Giovanni Minoli, e intitolato “Salvatore e la gente per bene” che ha raccontato la sua storia e quella cresciuta insieme a lui nel Villaggio dei Pescatori di Fregene. Sono tornati a rivivere i ricordi di chi partì in gioventù con pochi soldi in tasca dalle regioni povere del Sud in cerca di alternative alle pressioni esercitate su quei territori dalle organizzazioni criminali.
Ed ecco che il successo conquistato faticosamente portò alle tavole imbandite di “Salvatore alla Scialuppa” personaggi del calibro di Florinda Bolkan, Marcello Mastroianni, l’indimenticabile Totò, Nanni Loy, Sergio Corbucci, Ettore Scola e Gian Maria Volontè con cui Salvatore Maduli recitò addirittura una piccola parte nel film di Francesco Rosi dedicato al “Caso Mattei“.
Adriano Celentano ebbe un rapporto così confidenziale con la moglie di Salvatore da entrare direttamente nelle cucine e ordinare alla “signora Iolanda” due o tre uova in padella perché il “molleggiato” sapeva accontentarsi anche di poco.
Ma se Salvatore ora avrà modo di guardare dall’alto e da qualunque parte si trovi la perla del Tirreno costruita in tanti anni di successi, il suo ristorante, con annesso stabilimento balneare e locali per ricevimenti, matrimoni, meeting e feste private, continua la sua attività sotto la direzione di Fabio Di Vilio con una cucina contemporanea innovativa, anche se fortemente radicata nella tradizione locale e con una particolare sensibilità. Quella di promuovere iniziative solidali sul territorio di Fregene in memoria di quanto di solidale Maduli ha realizzato nella sua lunga esistenza cucinando anche pasti da offrire ai medici che avevano appena terminato il loro turno in ospedale.
La morte di Salvatore Maduli ha attivato anche il tam tam dei social e c’è chi, come Claudia Serafini, lo ha salutato augurando “buon viaggio al re dei ristoratori”.
Lo staff di LikeMeGroup, community molto attiva sul web, esprime il suo più “profondo cordoglio” nei confronti dei figli e dei nipoti del fondatore della scialuppa che “ha aperto anche il rirstorante Lo Scoglio di Maccarese ed è stato uno dei pionieri del Villaggio dei pescatori di Fregene”.