Si vedono galleggiare in mare uno accanto all’altro. E’ impressionante la moria di pesci che il mare sta scaricando sulle spiagge libere di Ostia Ponente. Le segnalazioni sono arrivate dai bagnanti all’altezza del lungomare Duca degli Abruzzi.
La moria a Ostia Ponente: decine e decine di pesci galleggiano sull’acqua
L’inquietante ritrovamento nella mattinata di oggi, domenica 13 agosto. Non si conoscono ancora le cause. I pesci potrebbero essere stati trascinati dalla corrente che stamattina proveniva da sud. Dopo le mareggiate, inoltre, si è abbassata la temperatura dell’acqua, che in profonditĂ tocca i 17 gradi. Non è escluso nemmeno che siano stati buttati in mare da una peschereccio.
“L’acqua limpida, in realtĂ , al largo di Ostia proprio oggi ci ha regalato un altro spettacolo di delfini vicino all’area marina protetta“, ha spiegato Sabrina Macchioni del Blue Marlin, “Da parte nostra a mare aperta nessun avvistamento di pesci morti. In questi giorni ci sono forti correnti in fondo al mare. Potrebbero essere stati trascinati“.
I precedenti
Non è la prima volta che nella provincia di Roma, da Fiumicino a Maccarese, si registrano fenomeni analoghi.
Le morie di pesci possono verificarsi naturalmente, a seguito di condizioni climatiche estreme come la siccitĂ o la fioritura naturale di alghe. Ma questo non sembra il caso di Ostia.
L’ultima moria è stata registrata nel luglio dell’anno scorso a Fiumicino dove il canale del Tevere per giorni è rimasto invaso da centinaia di pesci morti.
Il precedente a Maccarese
Sempre nel 2022, ma a marzo, situazione analoga a Maccarese. Nel canale di bonifica di via dei Collettori, nella Riserva Statale Litorale Romano centinaia di carpe e cefali galleggiavano morte nell’acqua.
Anche allora non è stato possibile accertare se fosse stata avvelenata l’acqua (anche se sembrava l’ipotesi prevalente) o se il canale di irrigazione, in quel periodo dell’anno troppo basso, avesse reso il canale anossico, privo di ossigeno sufficiente per i pesci.
Lo zoologo e naturalista Riccardo Di Giuseppe aveva ventilato anche l’ipotesi di “una eutrofizzazione dell’habitat”, ossia un processo degenerativo delle acque indotto da eccessivi apporti di sostanze fertilizzante come l’azoto e il fosforo.