Dopo abbattimenti e potature riapre all'Infernetto la strada parzialmente chiusa due settimane fa per la caduta di un tronco
Dopo quasi due settimane di interventi per la messa in sicurezza di un lungo tratto di strada all’Infernetto, torna a essere transitabile una delle principali arterie di collegamento all’interno del quartiere situato nell’entroterra del X Municipio. Conclusi i lavori di rimozione dei tronchi rimasti a bordo della carreggiata ed eseguito l’abbattimento di altri alberi ritenuti pericolanti, Via di Castel Porziano è ora, di nuovo, interamente transitabile.
Via di Castel Porziano era stata interdetta al transito dei veicoli, giovedì 27 luglio scorso, dopo che, la caduta di un grosso ramo aveva segnalato l’estrema pericolosità del tratto compreso tra via Ermanno Wolf Ferrari e via Canazei. Sul luogo erano intervenuti i vigili del fuoco che avevano proceduto, tra l’altro, all’abbattimento del pino pericolante (leggi qui).
Il X municipio ha poi disposto ulteriori interventi di potatura e di messa in sicurezza che si sono conclusi nel pomeriggio di ieri, venerdì 11 agosto consentendo la riapertura del settore interdetto.
Da oggi, informa Atac, sono state quindi nuovamente ripristinate sull’abituale itinerario le linee bus 07; 070 e n070.
La notizia della riapertura al traffico di via di Castel Porziano in tutta la sua lunghezza è stata, ovviamente, accolta dagli abitanti del quartiere con un sospiro di sollievo. Le transenne costringevano, infatti i conducenti a effettuare diverse deviazioni all’interno del fitto intrico stradale dell’Infernetto.
La notizia delle potature effettuate su via di Castel Porziano spinge, poi, moltissimi utenti del web a sollecitare analoghi interventi su via Ermanno Wolf Ferrari, via Domenico Ceccarossi e via Ernesto Boezi, sempre all’Infernetto dove sono presenti altre numerose piante pericolanti. Ma, allarmi simili provengono anche dall’altro quartiere residenziale di Casal Palocco dove, lungo via dei Pescatori, diverse piante andrebbero con tutta probabilità abbattute perché, ormai, completamente secche.
L’abbattimento dei 12 pini di via di Castel Porziano riaccende, peraltro, l’annosa polemica sul destino delle zone in cui gli alberi dal grande ombrello vengono tolti, per poi abbandonare sul posto gli avanzi del tronco, lasciando intendere con chiarezza che le piante ammalorate non verranno mai sostituite.
Gli utenti del web si scatenano. C’è chi critica le potature perché i vuoti lasciati sul ciglio della strada equivalgono a eliminare l’ossigeno rilasciato nell’aria dalle grandi chiome e a “inquinarci di più, altro che interventi green per una moderna concezione dell’ecologia!“.
Altri mettono le mani avanti chiedendosi se anche all’Infernetto arriveranno, in sostituzione degli abbattimenti, pinetti uguali a quelli piantati dopo il grande incendio della pineta perché, in questo caso “ai voglia ad aspettare che facciano ombra“.
In altri casi è il pessimismo a prevalere in chi protesta perché, per un analogo intervento su via dei Monti di San Paolo ad Acilia sono stati “tagliati 15 alberi e non hanno rimosso neanche i monconi“. Degrado e silenzio il futuro preconizzato in tal senso.
Ma c’è chi ricorda che, in tutto il territorio di Ostia e del suo entroterra i pini marittimi, a suo tempo piantati sul bordo di tantissime vie di collegamento cruciali per l’attraversamento di svariate, oltre che popolatissime zone, costituiscono un problema rilevante soprattutto per la pubblica incolumità.
Si moltiplicano, così, anche i commenti favorevoli a chi immagina un domani del verde urbano diverso dal passato, rimarcando che i pini sono ormai alberi anacronistici perché posizionati lungo le vie più antiche, quando occorreva fare ombra alle carrozze e alle persone, in larghissima parte costrette ad attraversarle a piedi. I pini mediterranei, inoltre, a differenza della tradizione popolare che li descrive come secolari vivono, in media, circa 90/100 anni per poi morire.
Qualcuno suggerisce, quindi, di sostituire gli alberi che, a mano a mano, giungeranno al fine vita con “splendidi, colorati e innocui hibiscus” o con essenze, come i lecci che sono autoctoni, non hanno radici suscettibili di provocare cunette sull’asfalto e a differenza dei pini non sono attaccati da parassiti come la “cocciniglia tartaruga”, responsabile di una vera e propria moria di piante dal largo ombrello negli ultimi anni.
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