Ladispoli, pusher 19enne sorpresa a vendere droga: da puerpera solo l’obbligo di firma per lei

La 19enne, reduce da una recente gravidanza, è stata sorpresa dai poliziotti mentre vendeva droga ad alcuni giovani

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Ladispoli, recidiva nello spaccio di stupefacenti, ottiene solo l’obbligo di firma perchè puerpera. La 19enne era incappata nei controlli contro i reati connessi allo spaccio di droga, avviati con successo sin dal suo insediamento dal nuovo dirigente del commissariato di polizia, il Vice Questore Paolo Delli Colli.

La 19enne, reduce da una recente gravidanza, è stata sorpresa dai poliziotti mentre vendeva droga ad alcuni giovani

L’arresto è scattato mercoledì 9 agosto, poco dopo le 15.30. La giovane pusher, già nota per precedenti specifici, è stata colta in flagranza di reato dagli agenti del commissariato di polizia in via Vilnius a vendere droga, a due giovani ragazzi poco più che ventenni, uno dei quali italo-magrebino.

L’arresto è avvenuto durante alcuni controlli susseguenti a pedinamenti specifici che duravano da diverso tempo nei confronti dell’arrestata. I controlli sono avvenuti nei pressi di piazza Martini Marescotti.

La spacciatrice è stata trovata in possesso di alcuni grammi di hashish e di 340 euro in contanti presumibilmente provento dell’attività di smercio della droga: tutto è stato sottoposto a sequestro. I due acquirenti sono stati denunciati alla magistratura come assuntori e gli è stata sequestrata la quantità rispettivamente di 10 e 12 grammi di hashish che avevano con sé.

La donna in questione, S.C., avendo da poco terminato la gravidanza, dopo la convalida dell’arresto avvenuta oggi, venerdì 11 agosto, è stata rimandata a casa dal Giudice per le Indagini Preliminari con l’obbligo di firma presso lo stesso Commissariato di PS di via Vilnius.

Recentemente, una donna pusher le aveva provate tutte per nascondere la droga, mettendosela davvero in posti dove pensava fosse impossibile procedere ad una perquisizione, come all’interno del suo reggiseno.

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Ricordiamo che gli indagati vanno considerati come presunti innocenti fino all’emissione di una definitiva sentenza di condanna irrevocabile, dato che ci si trova nella fase delle indagini preliminari e le prove andranno prodotte nel corso del processo, nei vari gradi di giudizio previsti dalla legge.