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Vacanza a low cost a Roma: 5 cose da fare in città a zero spese (VIDEO)

Vacanze romane a costo zero: scopri le curiosità legate ai luoghi più importanti della Capitale, dal centro storico ai quartieri nati nei primi del '900

Restare nella Capitale ad agosto per qualcuno può essere una scelta, una volontà dettata dal desiderio di fare i turisti nella propria città, se non si ha né la voglia né la possibilità di programmare un viaggio altrove.

A tutti gli estimatori del patrimonio cittadino, sono dedicati questi brevi itinerari per restare a Roma senza rimorsi, e godere di monumenti, piazze e parchi, a piedi, in bici o anche spostandosi in auto, quando in strada si trova decisamente meno traffico e si hanno più chance di individuare un bel parcheggio strategico da cui partire all’avventura.

Vacanze a costo zero: scopri le curiosità legate ai luoghi più importanti di Roma, dal centro storico ai quartieri nati nei primi del ‘900

Visitare Roma da turista per un romano vuol dire scoprire ancora tanti angoli cittadini mai sfiorati, o da riscoprire ancora una volta con un occhio più attento ai dettagli, nel relax delle vacanze.

Se si volesse partire da un bel panorama di cui la Capitale è ricca, uno straordinario punto di osservazione è sicuramente il Gianicolo che secondo una leggenda romana, avrebbe ospitato la città fondata dal dio Giano, da cui il suo nome.

Da qui è già possibile vedere dall’alto, una gran parte dei luoghi più significativi della Capitale. Sono chiaramente visibili, la cupola del Pantheon, Palazzo Farnese, la Sinagoga, Villa Borghese e l’Altare della Patria mentre salendo con lo sguardo, si possono ammirare i monti Lucretili, le cime dei Prenestini, le dorsali dei monti Simbruini, e i Castelli Romani.

Ritornando sulla passeggiata del Gianicolo invece, è possibile ammirare gli 84 busti raffiguranti i patrioti italiani e stranieri che durante il Risorgimento hanno combattuto per la difesa di Roma e l’unificazione dell’Italia. Solo per citarne qualcuno, tra i primi realizzati furono quelli commemorativi di Luciano Manara, Pietro Pietramellara, Pietro Roselli, Ludovico Calandrelli, Nicola Fabrizi, Alessandro La Marmora, e il busto di Goffredo Mameli, appena 21enne, autore dell’inno nazionale italiano.

Tanti giovani eroi del Risorgimento con cui dialogare, e se si ha un po’ di fortuna, conoscerne a fondo la storia, com’è capitato di recente, grazie alla testimonianza di un pronipote, che con nostalgia va talvolta a trovare l’illustre parente. Lui è Aldo Bontemps che parla con piacere del suo bisnonno militare Carlo Bontemps de Montreuil di antica famiglia Lorenese.

La passeggiata per i più curiosi per approfondire queste pagine di storia, può anche partire da Porta San Pancrazio a due passi dal Gianicolo, dove all’interno della è visitabile gratuitamente il Museo della Repubblica romana e della memoria garibaldina, realizzato in occasione della ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, dedicato alla Repubblica Romana del 1849.

Un bel ripasso da fare proprio nel luogo della storia prima di arrivare all’area monumentale dei busti, con il Monumento a Giuseppe Garibaldi; il monumento equestre ad Anita Garibaldi; l’Ossario garibaldino, e il Faro degli italiani in Argentina.

Due passi fino alla Terrazza della bella chiesa di San Pietro in Montorio, nota per il tempietto rinascimentale del Bramante, sono d’obbligo poi prima di scendere per la Via Garibaldi, e arrivare al piazzale panoramico dell’Acqua Paola, prima di raggiungere il Mausoleo Gianicolense.

Qui si apre il meraviglioso spettacolo del Fontanone del Gianicolo, la fontana monumentale costruita come mostra terminale dell’acquedotto Traiano tra il 1610 e il 1614 per volere di papa Paolo V, e che con un successivo intervento di rifacimento nel XVII secolo a cura di Carlo Fontana, ha assunto l’aspetto attuale.

La Fontana o Fontanone dell’Acqua Paola – foto di Elisa Palchetti

Il Laghetto e le architetture neoclassiche dell’Eur

Un’altra tappa ideale in estate per rinfrancarsi all’ombra dei viali alberati tra querce, pioppi, magnolie, olivi ed aceri, ma cambiando completamente zona e spostandosi a sud di Roma, è la passeggiata nel Parco centrale del quartiere Eur con il lago artificiale su progetto di Marcello Piacentini.

Una splendida oasi che si estende per un chilometro di lunghezza e 130 metri di larghezza dove oltre ad ammirare l’architettura dei giardini nella Passeggiata del Giappone, disegnata da Raffaele de Vico, con i Sakura, i ciliegi che danno spettacolo soprattutto in primavera, o il Giardino delle Cascate, realizzate sia per motivi estetici che per consentire l’ossigenazione delle acque del laghetto, con getti che si incrociano sulle scogliere, le pietre naturali e la vegetazione straordinaria. Il tutto ben visibile grazie ad un ponte pedonale dalla pavimentazione in vetro.

Il Laghetto dell’Eur da cui si può prendere anche il battello o il pedalò dall’imbarcadero, può diventare il punto di partenza o di arrivo di una visita più ampia in uno dei quartieri che più rappresentano l’architettura e l’urbanistica del XX secolo a Roma.

Eur è intanto l’acronimo di Esposizione Universale di Roma perché in questa zona ne doveva essere realizzata la sede. Un’impresa con i migliori propositi che venne interrotta dalla Guerra e poi ripresa negli anni 50, per divenire un caso esemplare della ricostruzione del dopoguerra, incentrato sulla volontà di riportare il verde in vero e proprio quartiere-parco.

Da quel momento si completarono anche gli edifici storici lasciati come opere incompiute tra cui il Palazzo della Civiltà italiana, la chiesa dei SS. Pietro e Paolo, il palazzo dei Congressi, una parte del complesso delle Esedre (ora Piazza delle Nazioni Unite), una parte dell’ex piazza Imperiale ora piazza Guglielmo Marconi dove svetta l’obelisco.

Il Palazzo della Civiltà italiana, che soprattutto per i romani è anche il Colosseo Quadrato, oggi sede del brand Fendi e spazio espositivo aperto a mostre ed eventi, è stato progettato dagli architetti Giovanni Guerrini, Ernesto La Padula e Mario Romano ed è una delle opere architettoniche più belle su cui soffermarsi.

Palazzo della Civiltà del lavoro – fonte Instagram

Realizzata in cemento armato è rivestita con lastre di travertino, con due scalinate ai cui lati spiccano quattro straordinari gruppi scultorei dei Dioscuri di Morbiducci e Felci, mentre altre 28 statue in marmo, che rappresentano la personificazione delle arti e del genio italico, si trovano sotto le arcate del primo ordine, una celebrazione sottolineate anche dalla celebre dicitura sulla sommità dell’edificio: “Un popolo di poeti di artisti di eroi di santi di pensatori di scienziati di navigatori di trasmigratori”.

A spasso per i villini della Garbatella

Per chi non fosse mai riuscito ad approfondirne la conoscenza, a Roma è d’obbligo una visita nel quartiere popolare tra i più belli mai realizzati: la Garbatella.

Il quartiere nacque nel 1920 grazie al progetto di Paolo Orlando, che all’epoca prevedeva la realizzazione di un canale navigabile parallelo al Tevere per il trasporto delle merci da Ostia fino a un porto dove ora c’è via del Porto Fluviale. E nella zona proprio a ridosso dl futuro avrebbero dovuto vivere i lavoratori portuali.

Il progetto incompiuto del canale non impedì invece la realizzazione del quartiere dove vennero trasferite le famiglie sfollate per l’abbattimento della Spina di Borgo.

Questo quartiere, appunto la Garbatella, fu suddiviso in 62 lotti, in cui ispirandosi al modello delle città giardino inglesi, vennero progettati dei villini e palazzi in stile barocchetto romano, con cortili e spazi verdi anche coltivabili.

Piazza del Campidoglio e belvedere di Monte Tarpeo

La Piazza del Campidoglio è una delle meraviglie che è possibile ammirare gratis con una passeggiata nel cuore della Capitale. Dobbiamo il suo aspetto attuale a Michelangelo che si occupò di riprogettarla completamente, cambiando in primis il suo orientamento, che in passato la vedeva affacciarsi sul Foro Romano.

Con il centro politico che si era spostato verso il Vaticano Michelangelo decise di orientare la piazza verso la Basilica di San Pietro, ed infatti da qui è possibile ammirare il suo cupolone.

Altra cosa particolare è la sua forma trapezoidale, voluta da Michelangelo, per far sì che l’osservatore salendo dalla splendida cordonata capitolina e cioè la scalinata che parte da Via del Teatro di Marcello, con ai lati le statue dei Dioscuri, arrivando in piazza possa ammirarne ogni angolo trovandosi di fronte la statua Equestre di Marco Aurelio, e a destra l’ingresso dei Musei Capitolini che ospita tra l’altro l’originale della monumento di Marco Aurelio.

Anche alle spalle del Campidoglio poi c’è un’altra piccola meraviglia, e cioè  la terrazza con il belvedere di Via Monte Tarpeo, da cui poter ammirare il panorama su tutto il Foro Romano.

Teatro di Marcello, Portico d’Ottavia e Ghetto ebraico

Ripercorrendo la scalinata michelangiolesca del Campidoglio, è possibile visitare l’area archeologica del Teatro Marcello, uno dei monumenti più importanti di Roma, di fatto l’unico teatro antico che è ancora possibile ammirare nella Capitale a due passi dal ghetto ebraico di Roma.

Il Teatro che oggi ospita iniziative culturali ed una pregevole rassegna internazionale di musica intitolata “I concerti del Tempietto”, risale ai tempi di Giulio Cesare, che voleva costruire una struttura per emulare il Teatro di Pompeo, ma alla sua morte l’opera venne ampliata e completata dall’imperatore Augusto che volle dedicare il monumento al nipote Marcello, figlio della sorella Ottavia, morto prematuramente.

Dal medioevo ad oggi poi l’imponente struttura venne trasformato dapprima in un castello fortificato, e successivamente passato alla famiglia dei Savelli, questi ne fecero edificare da Baldassarre Peruzzi il palazzo ancora visibile  sopra le arcate della facciata del teatro.

Nel novecento con Mussolini, vennero poi eliminate le botteghe presenti nelle arcate superiori proseguendo i lavori di restauro e consolidamento. Le abitazioni delle arcate superiori furono anche messe in vendita e abitate da diversi personaggi famosi, tra cui l’attore Renato Salvatori e la moglie Annie Girardot.

Dal Teatro di Marcello è possibile raggiungere direttamente il ghetto ebraico di Roma, passando davanti al Portico di Ottavia voluto dall’Imperatore Cesare Ottaviano Augusto ed edificato tra il 27 e il 23 a.C. in sostituzione del preesistente Portico di Metello, nella zona del Circo Flaminio, come omaggio alla sorella Ottavia.

Il Portico d’Ottavia – canaledieci.it

In età tardo-antica e medioevale venne parzialmente demolito ed in parte abitato, poi utilizzato anche come mercato del pesce, attivo sino al 1885, ma già a partire dal 1555 divenne un tutt’uno con il Claustro dove vennero deportati gli ebrei, divenendone uno dei simboli.

Oggi tra le rovine di questo antico porticato, si può passeggiare uscendo anche per poco dal caos cittadino, per entrare con il rispetto del tragico ricordo del rastrellamento in un’atmosfera fatta di piccole botteghe e ristoranti tipici.