Scintille sul Pnrr anche a Fiumicino. La polemica innescata dalle recenti decisioni del Governo di procedere allo stralcio di alcuni progetti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) arriva anche sul litorale tirrenico. Il tema del contendere è sempre lo stesso, secondo i consiglieri locali di opposizione di Pd, Lista Civica Ezio Sindaco, Sinistra e Reti civiche l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni sarebbe responsabile del depennamento, avvenuto peraltro in zona Cesarini, di fondi riguardanti iniziative già varate dalla precedente amministrazione locale e, in particolare della ristrutturazione del Palafersini. Dai banchi della maggioranza risponde il vicesindaco, Giovanna Onorati, che parla, invece, di “irresponsabile” allarmismo, negando qualsiasi correzione alla lista degli interventi programmati.
L’opposizione accusa il Governo di aver tagliato le risorse Pnrr destinate all’impianto sportivo, puro allarmismo ribatte la maggioranza
Il progetto di riqualificazione del Palafersini su cui sarebbe calata la scure del Governo era stato approvato dal consiglio comunale fiumense nel 2021, insieme ad altri interventi di ristrutturazione relativi a 15 istituti scolastici del territorio. Il piano prevedeva un investimento complessivo di 5 milioni di euro in parte destinati, appunto, al rifacimento del tetto dell’impianto sportivo, degli spogliatoi, della pavimentazione, degli infissi e l’adeguamento antisismico della struttura a partire dalle tribune. Una situazione analoga a quella che, secondo i tecnici di LabUr ha portato alla cancellazione di gran parte dei progetti Pnrr riguardanti Ostia e il X Municipio (leggi qui).
“Niente più ristrutturazione del PalaFersini a Fiumicino -protestano gli esponenti del centro-sinistra- perché molte amministrazioni locali sono state private della possibilità di utilizzare per investimenti e ammodernamenti circa 16 miliardi di euro di fondi del Pnrr. Si toglie ai Comuni per dare alle aziende a partecipazione statale –incalzano gli esponenti dell’opposizione– dando luogo a un tradimento degli enti locali e a una distrazione di fondi essenziali per opere e servizi che colpisce anche la nostra città con un danno enorme per il territorio, dopo anni passati a restituire alla popolazione uno spazio di sport e aggregazione”.
Dalla maggioranza risponde il vicesindaco, Giovanna Onorati, secondo la quale l’amministrazione “non ha ricevuto dal Governo alcuna comunicazione in merito a eventuali tagli sui fondi Pnrr dei progetti e sulle opere già in itinere a Fiumicino”. Si tratterebbe, in sintesi, di una “dialettica di paura desinata solo a creare inutile confusione. Attualmente il Comune di Fiumicino ha in essere 20 progettualità che verranno finanziate con i fondi Pnrr. Di queste alcune sono in via di conclusione, altre hanno già lavori avviati, ed altre sono in fase di progettazione. Quando, e se, esisteranno le condizioni per un’eventuale spending review in merito alle risorse da impiegare sarà questa amministrazione a darne nota in maniera trasparente a tutti i cittadini”.
L’ultima parola sull’uso dei fondi spetta alla Commissione Ue, sino a ora i Comuni sono riusciti a portare a casa poco più del 50 per cento delle risorse previste nel Piano
Sin qui la polemica politica. Va però rilevato che l’erogazione effettiva delle risorse destinate all’Italia è un aspetto su cui l’ultima parola spetta in ogni caso all’apposito Comitato istituito con regolamento all’interno della Commissione europea. Lo stralcio dei fondi non è, pertanto, frutto di una decisione completamente autonoma del Governo nazionale. Un report della Ragioneria Generale dello Stato punta, infatti, l’indice contro le difficoltà delle pubbliche amministrazioni locali nel “portare a compimento le complesse procedure richieste dal Pnrr”.
Il confronto avviato dai tecnici del ministero con gli uffici tecnici delle amministrazioni locali, rileva il report, si è tradotto in una rimodulazione delle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea e, nel conseguente, taglio delle stesse risorse per importi rilevanti. In praticam il piano consegnato dai governi che si sono succeduti alla guida del Paese dopo la pandemia che ha indotto la Commissione Ue a varare le misure di sostegno contenute nel Pnrr, è stato ridimensionato in modo consistente. Basti pensare che del miliardo e mezzo di euro teoricamente stanziato a favore dell’Italia ne sono arrivati a destinazione, proprio per difetti connaturati alla progettazione delle opere, poco più di 800 milioni di euro vale a dire appena il 55,49% del totale. Eguale tendenza si è riscontrata per il periodo 2020/2022 in cui, degli oltre 20 miliardi messi a disposizione del nostro Paese, ne sono stati effettivamente concessi e spesi poco meno di 13 miliardi, vale a dire il 62,89%.
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