Il ritrovamento di una bomba a mano della seconda guerra mondiale la costretto gli artificieri a chiudere un lungo tratto di spiaggia
Una bomba a mano d’assalto del tipo Srcm modello 35, utilizzata dall’esercito italiano durante la seconda guerra mondiale, ha rischiato di far saltare una gamba a un numero incalcolabile di bagnanti. La bomba è stata, infatti, ritrovata, immersa nell’acqua a poca distanza dalla riva di una spiaggia libera di Anzio da un marinaio di salvataggio allertato da alcuni bambini che avevano scambiato l’ordigno per un giocattolo di latta. E’ accaduto mercoledì scorso 19 luglio 2023 intorno alle ore 14.00 nel tratto di arenile situato a ridosso del lungomare Antonio Gramsci.
Non avrebbe potuto essere una strage ma qualcosa di molto grave sì. La bomba a mano a frammentazione era corrosa dalla salsedine e si trovava sott’acqua con tutta probabilità da più di ottant’anni cioè da quando, il 22 gennaio 1944 scattò l’operazione “Shingle” e gli alleati sbarcarono sulle spiagge del litorale a sud di Roma compreso tra Anzio e Nettuno. In quel punto i tedeschi e ciò che rimaneva dell’esercito italiano rimasto fedele alla Repubblica sociale fondata da Mussolini, combatterono duramente con i marines della V armata del generale Clark.
Il ritrovamento della bomba è stato del tutto fortuito. Appena il bagnino, presente sul tratto di arenile con libero accesso, si è accorto che qualcosa non andava ha preso l’ordigno dalle mani dei ragazzini che lo avevano scambiato per un giocattolo, lo ha posizionato sulla sabbia nel luogo più isolato e ha immediatamente allertato le forze dell’ordine. Sul posto è arrivata una pattuglia della polizia appartenente al commissariato di zona che ha, a sua volta, chiesto l’intervento degli artificieri dell’esercito.
Gli specialisti hanno delimitato una zona di sicurezza larga circa un centinaio di metri e hanno proceduto al disinnesco della bomba. La zona di Anzio e Nettuno non è nuova, ovviamente, al ritrovamento di esplosivi utilizzati sia dagli anglomericani, sia dai tedeschi durante la cosiddetta campagna d’Italia ma, paradossalmente proprio le armi offensive di taglio più piccolo sono le più insidiose proprio perché possono essere scambiate per tutt’altro genere di oggetti.
La bomba ritrovata ad Anzio è fatta di lamierini d’alluminio e contiene circa quaranta grammi di tritolo con spoletta a percussione. Fortunatamente l’ordigno era ancora dotato di sicura ma sarebbe bastato un gesto inconsulto a farlo esplodere. Trattandosi di uno strumento bellico d’assalto produce comunque lesioni letali solo se esplode a contatto con organi vitali ed è realizzato in alluminio, anziché in acciaio come le bombe difensive di tipo ananas, proprio per evitare che i soldati lanciati all’attacco delle postazioni avversarie potessero essere annientati dalle schegge prodotte nella deflagrazione.