Il mondo del giornalismo in lutto per la perdita di Andrea Purgatori. Il cronista, sceneggiatore e docente si è spento a 70 anni. I figli: "Una mente brillante che va ricordata"
Il giornalismo d’inchiesta da oggi non sarà più lo stesso con la perdita di Andrea Purgatori, uno dei suoi rappresentanti più tenaci, venuto a mancare in queste ore in ospedale a Roma, dove stava combattendo una battaglia purtroppo impari con una grave malattia.
Il mondo del giornalismo in lutto per la morte del giornalista Andrea Purgatori. Il cronista è venuto a mancare in ospedale a Roma, dopo il ricovero per una grave malattia che lo ha portato via all’affetto dei suoi cari all’età di 70 anni.
Una perdita immensa per una delle figure più tenaci ed esperte sul mondo del terrorismo, dell’intelligence e della criminalità organizzata, alla quale quasi al pari di un rappresentante delle Forze dell’Ordine, non aveva mai dato tregua nella volontà di approfondirne le dinamiche e forse talvolta riuscire ad anticiparle.
Le sue inchieste sono storia del giornalismo e spaccati necessari ancora oggi a cui attingere e da cui ripartire, come gli articoli pubblicati sul Corriere, in cui indagò sulla strage di Ustica e sul terrorismo, prima di dedicarsi alla carriera di sceneggiatore e autore di trasmissioni e reportage tv.
La notizia diffusa dai familiari, con le parole di chi è distrutto dal dolore me che non può fare altro che condividere con il pubblico un’ammirazione immensa oltre all’affetto per il giornalista, definito: “Una mente brillante che va ricordata – sottolineano i familiari -, sia recentemente nella trasmissione di La 7 Atlantide, dove era autore e conduttore, e in tempi più remoti come inviato in zone di guerra e autore delle più importanti inchieste giudiziarie italiane, poi ancora autore e sceneggiatore di tanti film e fiction televisive tra cui Il Muro di Gomma, Fortapasc e Il Giudice Ragazzino” .
Sulle pagine del Corriere della Sera aveva impiegato poco a farsi conoscere e apprezzare per i suoi articoli sul terrorismo ma soprattutto per lasua inchiesta sulla Strage di Ustica, a dedicò nello spirito del miglior giornalismo, molti anni della sua vita.
Un approfondimento che venne riversato anche nella sceneggiatura de ‘Il muro di gomma” pellicola su Ustica diretta da Marco Risi. Qualche spazio più leggero lo aveva dedicato poi ad una breve carriera da attore con la partecipazione al film ‘Fascisti su Marte diretto da Corrado Guzzanti e Igor Skofic; e poi un grande senso della giustizia che gli apparteneva anche per la difesa dell’ambiente, lo vide da 2014 al 2020 anche presidente di Greenpeace Italia.
Alla passione del giornalismo accostava quella del cinema, un altro modo di raccontare la verità arrivando al grande pubblico. Per questa sua visione, era membro dell’Accademia del Cinema Italiano e dell’Accademia europea del cinema, ma anche presidente delle Giornate degli Autori e dal 2015, membro del Consiglio di Gestione della Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE).
Ormai volto noto soprattutto per la brillante conduzione di Atlantide su LA7, aveva ricevuto il giusto riconoscimento del Premio Flaiano come miglior programma culturale. E poi dallo scorso anno ci stava lasciando un’altra importante eredità, e cioè la docu-serie di Netflix “Vatican Girl” sulla scomparsa di Emanuela Orlandi