Con il classico colpo di mano in piena stagione estiva, quando tutti pensano alle vacanze (e al gran caldo), l’amministrazione locale ha assunto un provvedimento tributario a danno di una vasta popolazione che produce reddito: i turisti. Il Comune di Roma ha deciso di aumentare la tassa di soggiorno che è già la più cara in Europa.
Com’è noto, i visitatori che raggiungono le principali città d’arte devono soggiacere al pagamento di un “contributo” per il buon mantenimento dei servizi resi in modo supplementare a loro. Una somma giornaliera (quella di Roma è la più alta in Europa) per risarcire dei servizi aggiuntivi necessari per garantire decoro alla città. Parliamo di pulizia, raccolta dei rifiuti, manutenzione dei giardini, dei parchi pubblici e delle strade, buon funzionamento dei trasporti pubblici. Insomma, un contributo che migliori Roma di fronte ai flussi di visitatori.
Il paradosso è che la città di Roma fa schifo. E’ tenuta in condizioni pietose. E a dirlo non sono solo i romani che ci vivono ma anche gli stranieri nelle tante recensioni rilasciate sulle piattaforme di incoming.
Il disastro è sotto gli occhi di tutti. L’immondizia è ovunque: ammucchiata addosso a cassonetti che non sono svuotati regolarmente, su marciapiedi e strade che non vedono spazzini da epoca immemore, negli square spartitraffico e nei giardini. Il decoro lascia più che a desiderare: senza fissa dimora e questuanti affollano ogni angolo di Roma dove si possa beneficiare di un po’ di riparo. I borseggiatori insidiano i turisti in ogni dove. Il verde pubblico è allo sbando, ingiallito per mancanza di irrigazione. Gli alberi cadono perché malati e non vengono sostituiti; con l’effetto che le alte temperature stagionali non sono mitigate da ombra e frescura che le chiome potrebbero garantire. I trasporti pubblici sono una condanna per chi deve utilizzarli, tra riduzioni di corse e guasti improvvisi. I tassisti la fanno da padroni presso stazioni e aeroporti arrivando a taglieggiare i turisti. Alla prima pioggia la città di paralizza per strade allagate, stazioni inagibili, traffico impazzito.
In queste condizioni, chi sceglie Roma come turista dovrebbe essere considerato un eroe, andrebbe premiato, ulteriormente incoraggiato. E invece si tartassa, lo si considera un bancomat, il pagatore di inefficienze che sono altrove.
Ovviamente, tutte le categorie legate all’accoglienza e alla ricettività sono insorte contro questa folle decisione. Badate bene, non si tratta di lamentele d’ufficio né di piagnisteo fondamentalista figlio di uno schieramento politico. Qualcuno, al Palazzo Senatorio, ha dimenticato l’intero anno 2020 perso sul fronte del turismo: la pandemia ha tenuto a casa centinaia di milioni di persone nel mondo. E quindi anche Roma è andata deserta. Centinaia di strutture hanno licenziato i dipendenti e chiuso i battenti. Molte non hanno più riaperto.
Qualcuno ha dimenticato che il 2021, con il covid ancora insidioso, ha portato a Roma meno della metà dei turisti del 2019. Quello in corso, il 2023, è l’anno della ripresa che, comunque, manca ancora di grosse componenti di viaggiatori, per esempio tutti i russi e parte dei cinesi.
La città fa schifo, i turisti stanno tornando a Roma, gli operatori iniziano a incassare e il Comune, con atteggiamento predatorio, mette subito le mani nelle tasche di ospiti e ospitanti.
Claudio Cuomo, presidente dell’extralberghiero di Confesercenti di Roma: “Siamo stanchi e sfiduciati dalle performance di gestione del territorio delle amministrazioni comunali che si susseguono, nonostante gli esorbitanti costi che l’extralberghiero continua a sostenere come Tari, Imu, Contributo di soggiorno e che non ritornano in servizi, anzi abbiamo una città sporca, insicura, per non parlare della viabilità, gestione insomma diffusamente fallimentare”.
Diana Theodoli Pallini, presidente di Aidda Lazio, l’associazione delle donne imprenditrici: “L’aumento della tassa di soggiorno deciso dal Comune di Roma sarà un boomerang. I turisti pagano già molto, a fronte di servizi carenti e obsoleti: taxi che mancano all’appello, caos nella raccolta rifiuti, strade dissestate, mezzi pubblici vetusti e affollati. Così rischiamo di gettare alle ortiche la ripresa”.
Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma: “Da un anno a questa parte il turismo di Roma è tornato a creare occupazione, Pil e indotto superando ogni competitor: che senso ha vanificare tutto questo lavoro con un’iniziativa che toglie nuovamente competitività alla nostra città sul mercato nazionale ed internazionale?”.
Francesco Gatti presidente Assohotel Roma: “Siamo contrari a questo provvedimento: la tassa di soggiorno così come applicata fino ad oggi è già la più cara d’Europa: il doppio di Parigi tre volte quella di Barcellona e a Londra non è applicata. Decisa sul numero di presenze diventa una mega patrimoniale che sottrae risorse al settore ampliando il gap competitivo con i nostri concorrenti esteri”.
Angelo di Porto presidente Assoturismo: “In un momento come questo dove le aziende stanno recuperando il perduto degli anni passati, aumentare il contributo di soggiorno è assurdo; si rischia il caos con migliaia di contratti già firmati con i tour operator per il 2024. Il 10 per cento incassato dal contributo di soggiorno da destinare al settore così come deliberato anni fa non è mai stato impiegato per lo scopo“.
Marco Misischia, presidente di Cna Turismo Roma: “Le imprese ricettive romane stanno vivendo in questo momento un’oggettiva ripresa del mercato ma sono ancora fortemente esposte, soprattutto in termini finanziari, per gli effetti degli anni di chiusura imposti dalla pandemia e impegnate nella restituzione dei finanziamenti pubblici concessi in tale periodo dalle amministrazioni”.
Country house e residenze, Bed and breakfast, case per ferie, case e appartamenti vacanza di prima categoria, guest house e affittacamere di seconda categoria, alloggi per uso turistico, immobili destinati alla locazione breve: per queste tipologie i rincari sono del 71 per cento e vanno dai 3,5 euro attuali ai 6 euro futuri. Per le guest house e affittacamere di prima categoria i rincari sono del 100 per cento: si passa da 3,5 a 7 euro al giorno. Sale del 50 per cento la tariffa nei campeggi, villaggi turistici e aree attrezzate alla sosta temporanea, da 2 a 3 euro; negli agriturismi, residenze alberghiere e alberghi a tre stelle: si passa da 4 a 6 euro. Per gli hotel due stelle il rincaro è del 67 per cento, da 3 a 5 euro al giorno. Per gli alberghi di lusso, dai 5 stelle in su si passa dagli attuali 7 euro ai futuri 10 euro al giorno: un rincaro del 43 per cento. Aumenta del 43 per cento anche il costo per chi soggiorna in guest house e affittacamere di terza categoria oppure case e appartamenti per vacanze di seconda categoria: i costi passano da 3,5 euro a 5 euro al giorno. Per gli hotel a una stella l’aumento è del 33 per cento, si passa da 3 euro a 4 euro al giorno. La tariffa sale a 7,5 euro per gli hotel 4 stelle dove oggi si pagano 6 euro al giorno, un incremento del 25 per cento. Nessun rincaro per ostelli, rifugi montani, escursionistici e case del camminatore: il costo resta di 3,5 euro al giorno.