Roma, massacrato di botte ai tornelli della Metro per rapinarlo del cellulare: arrestati in 2

Uomo assalito nei pressi del tornello di una fermata della Metro B per rapinarlo del cellulare: la vittima ha rischiato di morire e si è salvata per miracolo

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Trova dopo mesi di indagine una (parziale) risoluzione con la cattura di 2 giovani violenti che avevano massacrato di botte, assieme ad altre 2 persone un malcapitato uomo di 31 anni all’interno della stazione della Metro B di Piramide. Picchiato a sangue per sottrargli il cellulare e poi scappare via.  Ora sono stati arrestati dunque un 27 e una 25enne, mentre gli altri componenti della banda rea di aver compiuto  la vile aggressione sono tuttora ricercati dalle forze dell’ordine.

Uomo assalito nei pressi del tornello di una fermata della Metro B per rapinarlo del cellulare: la vittima ha rischiato di morire e si è salvata per miracolo

La macchina investigativa è stata avviata lo scorso 5 novembre dalla denuncia dell’aggredito, preso a testate, calci e pugni e lasciato esanime a terra, e che si è salvato davvero per miracolo, grazie a un delicatissimo intervento chirurgico.

Lasciato nei pressi del tornello in fin di vita solo per rapinarlo del cellulare, l‘uomo ha avuto il coraggio, dopo qualche giorno di comprensibile shock, di denunciare l’aggressione subita la sera dello scorso 30 ottobre agli agenti della Polizia di Stato del commissariato del Celio.

A seguito delle numerose botte subite l’aggredito era stato soccorso dal personale di vigilanza a due passi dai tornelli della metro di Piramide, dove si trovava perchè stava rientrando a casa, ed è stato subito ricoverato d’urgenza al reparto di chirurgia dell’ospedale San Giovanni, riuscendo a sopravvivere grazie alla bravura e alla prontezza del personale medico.

I componenti della banda, 3 uomini e 1 donna, avevano le idee chiare quando gli si erano parati davanti, picchiarlo, rapinarlo e scappare e così hanno fatto.

Nel dettaglio, come espediente per confonderlo, uno dei componenti della gang, come si vede dai filmati delle telecamere di videosorveglianza dello scalo ferroviario, fa finta di cadere a terra come se fosse stato spinto dalla persona malmenata, cosa  non vera: era solo un pretesto per bloccarlo e attaccarlo in modo becero

Dopo mesi di indagini dunque sono stati trovati e ammanettati un uomo e la donna, con gli altri due membri della banda che restano latitanti e per gli indagati, a carico dei quali sono stati ottenunti gravi indizi di colpevolezza, il Giudice per le Indagini Preliminari ha chiesto e ottenuto la pena degli arresti domiciliari per i reati di rapina con lesioni personali.

Ricordiamo come sempre ai nostri lettori che gli indagati vanno tutti considerati come presunti innocenti, data l’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, con le prove che si formeranno nel corso del processo e in attesa di una sentenza definitiva di condanna.