Di certo non avevano scelto il modo migliore per passare inosservati i due pusher di origine romena che sono stati arrestati nei giorni scorsi dai carabinieri, sorpresi a bordo di un Suv superlusso e con targa svizzera, in possesso di droga.
Al passaggio del Suv lussuosissimo e con targa svizzera, i carabinieri sono stati insospettiti dal forte odore di marijuana proveniente dall’abitacolo della vettura
Nello specifico la coppia di spacciatori è stata fermata durante un controllo da parte della compagnia di Tivoli, alle porte della Capitale.
In questo caso sono intervenuti i carabinieri di San Vittorino Romano, in una serie di pattugliamenti a contrasto dei reati in materia di stupefacenti, messi in campo da parte dei militari dell’Arma.
Verifiche dello stesso tipo sono state effettuate dalle forze dell’ordine nei territori limitrofi di Castelverde, Corcolle, Fosso San Giuliano e Villaggio Prenestino.
Nel caso che ha coinvolto i due spacciatori dell’est Europa, di 48 e 24 anni, la coppia è gravemente indiziata per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti, che nel fuoristrada in questione sono stati trovati in possesso di un involucro contenente 1 chilo di marijuana, nascosta tra bagagli e indumenti, all’interno dell’abitacolo della vettura.
Se venduta al dettaglio al mercato nero, la droga averebbe potuto fruttare non meno di 5mila euro.
Ad insospettire i carabinieri, oltre al fatto di viaggiare a bordo di un Suv lussuosissimo e con targa svizzera, c’è stato anche il forte odore di marijuana proveniente da dentro l’abitacolo del veicolo.
Tutti fattori che hanno insospettito gli operanti e li hanno indotti ad approfondire i rilievi e fermare il veicolo in questione.
Inoltre, proseguendo le verifiche anche dentro l’albergo nel quale i due cittadini romeni alloggiavano, è stata trovata in una stanza dell’hotel anche una cospicua somma di denaro contante: tutto sequestrato, insieme alla droga e al Suv.
Subito dopo l’arresto è stato convalidato dal tribunale romano di piazzale Clodio e i due indagati sono stati rimessi in libertà in attesa dell’inizio del processo a loro carico.
Ricordiamo come sempre ai nostri lettori che gli indagati vanno sempre considerati come presunti innocenti, data l’attuale fase del procedimento, ossia quella delle indagini preliminari, e fino ad una definitiva sentenza di condanna, al termine dell’ultimo grado di giudizio.