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Omicidio Willy, cade l’ergastolo per i fratelli Bianchi

La Corte d'Assise d'Appello riduce la pena a 24 anni. La mamma di Willy: "Non si sono mai pentiti"

Cade l’ergastolo per Marco e Gabriele Bianchi, i fratelli di Artena accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne di Paliano, ucciso a calci la sera del settembre 2020 a Colleferro. La Corte d’Assise d’Appello riduce la pena a 24 anni. La decisione è di oggi, mercoledì 12 luglio.

La Corte d’Assise d’Appello riduce la pena a 24 anni. La mamma di Willy: “Non si sono mai pentiti”

Confermata la condanna a 23 anni per Francesco Belleggia e quella a 21 anni per Mario Pincarelli, pure loro secondo l’accusa presenti al pestaggio.

Non credo al loro pentimento – il primo commento della mamma di Willy – Non lo hanno mai mostrato per davvero”.

Più o meno me l’aspettavo – ha aggiunto la donna – Nessuna sentenza mi darà più mio figlio. Sento di avere avuto giustizia? Accetto la giustizia che è stata fatta. Il perdono è un’altra cosa. Non provo rabbia, non so se è una sentenza giusta o non giusta“.

Willy Monteiro Duarte era stato massacrato di botte e ucciso a Colleferro per aver difeso un coetaneo appena aggredito. In primo grado, a Frosinone, i fratelli d Bianchi erano stati condannati alla pena massima.

La Corte d’Assise d’Appello di Roma avrebbe potuto confermare le condanne di primo grado, come richiesto dal procuratore generale, oppure assolvere o derubricare il reato a omicidio preterintenzionale anziché volontario e con esclusione delle aggravanti come richiesto dalle difese.

La riduzione della pena si spiega con il riconoscimento della Corte anche ai Bianchi, come già fatto per gli altri due imputati in primo grado, delle attenuanti generiche.

La ricostruzione in primo grado

Il pestaggio, rapido quanto violento, costato la vita a Willy “è stato osservato da posizioni diverse e con stimoli emotivi divergenti”. E’ la frase chiave con cui i giudici della Corte di Assise di primo grado avevano motivano l’ergastolo per i fratelli Bianchi, “i gemelli” di Artena esperti in arti marziali.

Ad inchiodare Gabriele (e con lui il fratello) il calcio al torace di Willy spiegato in aula da un testimone: “È stato un calcio tirato sicuramente da chi lo sapeva tirare, nel senso che si vedeva che c’era una determinata tecnica, una determinata potenza...”

Un altro testimone quella sera a Colleferro – avevano motivato l’ergastolo i giudici – vede Gabriele Bianchi arrivare come una furia e avventarsi su Willy, intervenuto per aiutare un amico aggredito: “Era furioso. È sceso dalla macchina di corsa e l’ho visto tirare un calcio in petto a Willy davanti a me…che l’ha portato a terra. Nel mentre guardavo avevo visto che Willy si era rialzato poi con la rissa non ho più visto niente, non si è capito più niente…”.

A pesare sulla decisione dei giudici anche quanto riferito da un terzo testimone che fa riferimento al gruppo di Artena al completo (la condanna infatti ha riguardato anche altri due giovani  Francesco Belleggia e Mario Pincarelli condannati rispettivamente a 23 e 21 anni): “I quattro si compattavano in falange e avanzavano in modo sincrono” contro la vittima