I Commercianti celebrano con un'ironia volutamente cinica e nera il compleanno di una "buca storica" e della Ostia che muore sotto i colpi di degrado, lassismo e microcriminalità
Ostia sta morendo. Almeno è quello che pensano e manifestano i membri dell’associazione di commercianti “Ostia Imprese e Professioni”, sorta da 1 anno e mezzo e che sta diventando sempre più rappresentativa del territorio, avendo tra i suoi associati tantissimi professionisti, commercianti e imprenditori lidensi.
Nella giornata di ieri, martedì 4 luglio, in serata, l’associazione “ci ha messo la faccia” e si è incaricata di esprimere il malcontento di un’amplissima fetta della popolazione residente che da anni, probabilmente si è perso il conto da quanto, vede la cittadina lidense maltrattata e degradata in ogni modo possibile e sceglie di celebrare la “Ostia che muore”, nel cuore della cittadina, in piazza Anco Marzio, in una protesta silenziosa, pacifica e non violenta ma allo stesso tempo forte, evidente, dura.
In quello che concretamente dovrebbe essere ed estato per decenni il “salotto buono” di Ostia, del mare di Roma, il meglio del meglio, da tempo immemore versa in condizioni pietose, e forse è anche un termine bonario e riduttivo, basti guardare durante una passeggiata lo stato “appassito” delle palme che disseminano la piazza, le aiuole che dal verde sono passati al grigio topo da anni, e da tanti altri dettagli che esprimono solo una cosa: desolazione profonda.
Di certo, la gestione della cosa pubblica da molto tempo viene criticata, e spesso se a Roma c’è un problema, questo ad Ostia è amplificato, basti pensare alla cura del verde (inesistente, anche a Piazza Anco Marzio che è il biglietto da visita della cittadina, il centro storico per eccellenza), i pavimenti sconnessi dovunque e spesso fonte di gravi infortuni, basti pensare a quest’episodio, a via Claudio (di fronte alla sede municipale e a pochi passi in linea d’aria da Piazza Anco Marzio stessa) e a quest’altro (a ridosso della stazione centrale di Ostia), per capire che lo sfacelo non è cosa avvenuta oggi ma anzi, a tutto questo si aggiungono altre problematiche mentre quelle vecchie si incancreniscono e peggiorano in modo irreversibile.
Ecco perchè nel video vedete, scherzosamente ma sopratutto cinicamente, con una voluta ironia nera, che risvegli le coscenze, il Presidente dell’Associazione di commercianti menzionata sopra, Giorgio Gastaldi, che insieme ad altri associati festeggia i 3 anni dalla nascita della ormai nota “Buca di Viale di Misenati” – con tanto di torta e candelina griffata “3” – apertasi nel viale che di fatto fa parte dell’unicum di Piazza Anco Marzio e che ormai potrebbe essere catalogata (purtroppo) come punto di riferimento per darsi appuntamento, per quanto è visibile e transennata, e chissà quando verrà rattoppata (e soprattutto come, e quanto durerà).
Sappiamo di persone che realmente si danno appuntamento davanti alla buca perchè è ormai nota a tutti da tre anni, non da tre giorni, e i cittadini ormai depressi tutto si aspettano tranne che non trovarla più.
Al di là di questa cosa, che, sottolineamo, ci rende tutto tutt’altro che felici, anzi è una evidenza del dramma vissuto da Ostia, ieri sera si è festeggiato un campionario di brutture infinite, per il quale questo articolo dovrebbe durare 8 pagine e forse non basterebbero.
A titolo esemplificativo, a corredare la “Ostia Che muore”, potremmo inserire i vari episodi delle baby Gang, che a Ostia hanno fatto più danni e più blitz accertati che a Roma, vedi collanina d’oro strappata in pieno giorno dal collo di un ragazzo accerchiato e malmenato, aggressioni al Parco di via Pietro Rosa, devastazioni in serie, di giorno o di notte non fa differenza, al luna park Parco Lido.
Sfortunatamente c’è solo l’imbarazzo della scelta, che non risparmia neanche luoghi che un tempo erano ritrovo di Vip in arrivo da tutta la Roma “bene”, basti pensare a un celebre stabilimento balneare come era “La Casetta”, che da mesi e mesi è abbandonato alla mercè degli sbandati, emblematica “terra di nessuno”.
Tra l’incuria dilagante e la microcriminalità che martella i cittadini in ogni modo, dai cani rubati sotto casa, alla banda delle macchinette che spacca tutto e fa razzie in ogni dove, alla Casa della Cultura che ormai è la “Casa dello sfacelo“, alle macchine depredate sul lungomare o ai cancelli, tanto d’inverno o quanto d’estate, alla spiaggia erosa senza che a ogni mareggiata le autorità riescano a mettere un freno con devastazioni puntuali da parte delle mareggiate.
Francamente è difficile dire cosa sia più grave, o elencare tutto, perchè si rischia di essere stucchevoli e perchè ormai il pericolo è che la cittadinanza, sfiancata e magari ormai rassegnata, molli la presa e accetti il degrado.
Dunque lunga vita a iniziative come questa, che sollevano ancora una volta il problema, e speriamo che stavolta si faccia qualcosa di concreto e definitivo, per la sicurezza e per la bellezza che Ostia ha dentro di sé anche ora che è deturpata, per la voglia di non essere ricordata solo come un quartiere periferico, ma come un meraviglioso affaccio sul mare della Capitale d’Italia e non come la “città che muore” e quella dove si festeggiano i compleanni delle buche.
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