Esperto di sicurezza personale sopraffatto da una banda di nordafricani finisce in ospedale con il setto nasale rotto e varie contusioni
Stava rientrando a casa, a Ostia, e aspettava il passaggio del bus notturno davanti a una fermata dell’Isola Sacra.Improvvisamente si è sentito afferrato alla gola ed è stato accerchiato da altri due-tre uomini. L’obiettivo era la rapina della sua catenina d’oro: ha resistito ma è stato sopraffatto a suon di calci e pugni.
E’ finito in ospedale un cittadino russo di 48 anni che vive e lavora in Italia da molto tempo. Uno smacco per lui che si occupa di sicurezza e di difesa della persona ma stavolta il numero degli aggressori, la loro forza fisica e forse l’effetto sorpresa hanno favorito i malviventi.
L’episodio, denunciato presso i carabinieri, è successo nella notte tra martedì 27 e mercoledì 28 giugno, quindi una settimana fa, ma è venuto alla luce solo in queste ore. Secondo la denuncia, il cittadino russo intorno alla mezzanotte stava aspettando il passaggio del bus notturno presso una fermata dell’Isola Sacra, non distante dall’Hotel Chopin. Improvvisamente, senza che si accorgesse di nulla, è stato assalito alle spalle da uno sconosciuto, affiancato immediatamente dopo da altri due-tre complici. L’aggressore lo ha preso al collo per cercare di strappargli la catenina.
La reazione della vittima è stata immediata ma sembra essere servita a ben poco: l’uomo, quasi strozzato dalla presa del bandito che era alle sue spalle, è stato sopraffatto dai complici che hanno iniziato a infierire su di lui a suon di calci e pugni. Un colpo lo ha raggiunto al naso, fracassandogli le ossa facciali e stordendolo fino a impedirgli ulteriori reazioni.
L’aggressione è durata pochi minuti, i banditi hanno avuto la meglio e si sono impossessati della catenina d’oro, del peso di circa 20 grammi, e del telefono cellulare. Un’ambulanza ha trasportato il malcapitato all’ospedale Grassi dove è stato ricoverato per cinque giorni. Secondo quanto denunciato, gli aggressori sarebbero stati nordafricani. L’uomo ipotizza che lo conoscessero e gli abbiano teso un agguato.