L'uomo, un cittadino africano senzatetto è indiziato per aver commesso due distinte rapine ai danni di cittadini italiani minacciandoli con un coltello
Roma: dopo una lunga indagine, i militari dell’Arma di Piazza Dante coordinati dalla procura della Repubblica capitolina hanno arrestato un 29enne cittadino africano originario del Gambia, clochard e già con precedenti penali a suo carico, eseguendo l’ordine di custodia cautelare in carcere deciso ai suoi danni perchè l’uomo è gravemente sospettato e indagato per aver commesso due distinte rapine aggravate ai danni di 2 uomini italiani.
Entrambe le rapine contestate al 29enne sarebbero avvenute nella stessa zona di Roma, al quartiere del Pigneto.
Nel primo caso la vittima è stata, la notte del 14 maggio scorso, un 30enne italiano, calabrese originario della provincia di Cosenza che stava passeggiando a piedi per le strade del Pigneto, in via Pesaro, quando all’incrocio con via del Pigneto, con la scusa di ricevere alcune informazioni poi, l’indagato avrebbe estratto un coltello dalla tasca e avrebbe minacciato il pedone di morte per farsi dare il cellulare e poi scappare via a gambe levate.
Nel secondo caso, stesso quartiere, quando un giovane ragazzo romano di 22 anni, il 3 giugno, stava comprando un pacchetto di sigarette da un distributore automatico in via del Pigneto, con una nuova serie di scuse, ovvero quella di avere delle monete e una sigaretta, in un simile modus operandi, il ventiduenne è stato rapinato sia del cellulare che del portafogli, sempre sotto la minaccia di un coltello e sempre con la fuga a piedi dell’indagato.
Ricevendo le denunce dei rapinati e controllando i filmati delle telecamere degli esercizi commerciali della zona, confrontando le immagini con l’identikit ottenuto, questa notte, giovedì 29 giugno, i carabinieri hanno trovato e arrestato all’esquilino il sospettato, in via La Marmora.
Dopo essere stato riconosciuto visivamente anche dalle sue vittime, il 29enne senzatetto africano è stato portato in carcere.
Come sempre in questi casi precisiamo ai nostri lettori che il procedimento in questione si trova ancora nelle fasi delle indagini preliminari e l’indagato va considerato come presunto innocente fino all’emissione di una definitiva sentenza di condanna, fino all’ultimo grado di giudizio, con le prove che si formeranno nel corso del processo.