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Processo civile telematico, gli avvocati romani: “Dal 30 giugno si rischia la paralisi”

Diventa obbligatorio il deposito telematico degli atti del processo presso gli Uffici del Giudice di Pace: avvocati in allarme

Il prossimo 30 giugno scatterà il processo telematico civile davanti ai giudice di pace. Ed è subito allarme – tra gli avvocati – per la mancata proroga dell’entrata in vigore, nonostante gli uffici siano del tutto impreparati e il sistema al momento non sia funzionante.

Diventa obbligatorio il deposito telematico degli atti del processo presso gli Uffici del Giudice di Pace: avvocati in allarme

A segnalare il problema è l’Ordine degli Avvocati di Roma, che già in passato ha denunciato i rischi della mancata implementazione del PCT in tempi utili per gestire il passaggio.

Da venerdì prossimo, 30 giugno 2023, diventerà in ogni caso obbligatorio il deposito telematico degli atti del processo presso gli Uffici del Giudice di Pace, sia per procedimenti di nuova introduzione, sia per quelli pendenti.

Al momento però non ci risulta alcuna proroga dell’entrata in vigore – spiega il presidente del COA, Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, di Roma Paolo Nesta ma, come tutti i colleghi sanno, la macchina della Giustizia non è assolutamente pronta a gestire il nuovo sistema. Questo vuol dire che il processo davanti al Giudice di Pace si bloccherà, con conseguenze disastrose per i cittadini“.

Una situazione, conclude Nesta, “che ci risulta rischia di ripetersi non solo a Roma ma in tutta Italia. Sarebbe sufficiente, per evitare gravi conseguenze, adottare il sistema del “doppio binario“ per un periodo limitato di tempo, ossia consentire anche il deposito cartaceo degli atti, come avvenuto fino ad oggi. Per quanto riguarda la Capitale, l’Ordine vigilerà sul funzionamento del PCT, pronto a denunciare ogni disservizio“.