Il cocomero è il re dei frutti estivi. Nelle calde giornate di agosto non c’è nulla di meglio che addentare una fresca e succosa fetta di anguria. In Italia il cocomero, originario dell’Africa, è da sempre apprezzatissimo da quando arrivò a Roma dall’Antico Egitto secoli e secoli or sono. Ma per parlare a fondo del delizioso frutto dobbiamo partire proprio dal nome, cocomero o anguria?
Il cocomero è una pianta erbacea della famiglia delle Cucurbitaceae, come il cetriolo e lo zucchino. Questa stretta parentela tra i tre vegetali è confermata dal nome stesso del cocomero!
La denominazione scientifica del cocomero è “Citrullus Ianatus” ma il termine “cocomero” deriva dal latino “cucumis“, “cetriolo”. Il comune cetriolo che tutti conosciamo ha infatti il nome scientifico di “Cucumis sativus”. Fu Plinio il Vecchio, scrittore e naturalista romano vissuto nel I secolo d.C. a utilizzare la parola “cucumis” per indicare il nostro cocomero. E il termine “anguria”? “Anguria” deriva dal greco “angoúrion” (“cetriolo selvatico”). La parola entrò nel gergo comune a partire dal VI secolo d.C., diffondendosi in tutta l’Italia settentrionale. Nel centro, soprattutto a Roma, prevalse “cocomero” mentre nel Meridione l’espressione comune è tutt’ora “mellone” o “melone d’acqua” per distinguere il cocomero dal popone o “melone di pane” (“Cucumis melo”) a pasta gialla. Cocomero, anguria o melone d’acqua che sia, questo straordinario frutto dai colori sgargianti si conferma un alimento dalle molteplici proprietà nutrizionali e benefiche. Vediamole nel dettaglio.
Tra i frutti, l’anguria vanta un elevato contenuto di licopene, un carotenoide responsabile del colore rosso della polpa del cocomero stesso. Pomodori, arance rosse, pompelmi rosa, carote e albicocche sono le maggiori fonti di licopene in natura alle quali si aggiunge l’anguria. Mentre nel pomodoro, la biodisponibilità del licopene aumenta con la cottura, nel cocomero, questo carotenoide è altamente biodisponibile mangiando l’alimento fresco. Il licopene ha dimostrato ampie proprietà antiossidanti, utile nella lotta ai radicali liberi e agli stati infiammatori, contro l’invecchiamento e nella protezione dell’apparato cardiovascolare.
L’anguria è anche ricca di potassio e di citrullina soprattutto nella sua parte bianca, da cui il suo nome scientifico “Citrullus Ianatus”, un aminoacido non essenziale al quale sono attribuite diverse proprietà, seppur ancora in fase di ricerca e di verifica. La citrullina è di sicuro coinvolta nel metabolismo umano, implicata nel ciclo dell’urea e nella funzionalità delle difese immunitarie. Sarebbe in grado di stimolare il sistema cardiocircolatorio, dilatando i vasi sanguigni e donando maggiore elasticità alla loro parete, oltre ad esercitare una funzione importante nel recupero dalla fatica fisica. La citrullina è “mediaticamente” considerata una sorta di molecola portentosa per la cura dell’impotenza con elevate proprietà afrodisiache. Una parte di verità potrebbe esserci a fronte di studi tutt’ora in corso.
Di conseguenza, il cocomero, grazie al quale fu isolata per la prima volta la citrullina, nella credenza popolare ha assunto il ruolo di “frutto dell’amore”
L’anguria è composta da circa il 93-95% di acqua alcalina dimostrandosi un frutto dissetante e idratante con proprietà diuretiche, depurative e disintossicanti dell’organismo. In caso di affaticamento, una fetta di cocomero riduce la stanchezza donando nuova energia grazie alla vitamina B di cui è ricca, al già citato potassio e ai tanti sali minerali che contiene. Possiamo considerare l’anguria un vero e proprio condizionatore naturale perfettamente in grado di rinfrescarci nelle afose giornate estive.
Esistono una cinquantina di varietà di anguria, presenti nei nostri supermercati da giugno ad agosto. Cocomeri rotondi, ovali, baby, con buccia totalmente verde o striata, con chiazze bianche o gialle. In Italia le Regioni con la più alta produzione di angurie sono il Lazio e l’Emilia Romagna. Un cocomero ben maturo può arrivare a pesare 15 o 20 Kg.
La domanda che tutti si pongono è “l’anguria fa ingrassare?”
È dell’estate del 2022 una polemica diventata virale, causata da una nutrizionista che in un Tik Tok condannò l’anguria come frutto da evitare in assoluto perché farebbe ingrassare. Un messaggio controverso che suscitò l’alzata di scudi di medici e dietologi. Il cocomero come tutta la frutta contiene zuccheri e calorie. Per questo motivo esistono linee guida riguardo il consumo e il quantitativo ideale, valide per ogni tipologia di alimento. Ma andiamo con ordine.
Il cocomero ha una parte edibile costituita dal 95% di acqua con un apporto calorico di 15 calorie per 100 grammi. L’indice glicemico dell’anguria è 72, posizionandola in alto nella scala degli indici glicemici. Ricordiamo che l’indice glicemico valuta la risposta della glicemia ai diversi alimenti. Di contro, il carico glicemico, il quantitativo di carboidrati presenti nei cibi, (si calcola moltiplicando l’indice glicemico per i carboidrati totali dell’alimento), è 5. L’anguria dunque ha un bassissimo contenuto di carboidrati e un impatto ridotto sui livelli di glicemia. Di conseguenza, l’anguria, se consumata nelle giuste dosi non fa ingrassare, anzi è considerata persino un aiuto nelle diete perché è un cibo altamente saziante e utilissimo per stimolare la diuresi e l’eliminazione delle scorie.
Per fare un esempio, se anche mangiassimo una fetta da 400 grammi di anguria, avremmo un apporto di 60 calorie a fronte di 415 calorie fornite da 100 grammi di semplici biscotti al latte!
Non esistono particolari controindicazioni rispetto al consumo di anguria. Potrebbe risultare poco digeribile, soprattutto se mangiata in quantità. La cosa migliore è attenersi a una dose di 200-300 grammi al giorno di cocomero da consumare la mattina a colazione o il pomeriggio come spuntino. Da più parti è consigliato di masticarne i semi insieme alla polpa. Ricchi di fibre, proteine e antiossidanti, i semi dell’anguria avrebbero anche un ruolo nel favorire appunto la digestione del cocomero. Alla classica fetta di anguria, si possono affiancare il frullato, l’estratto, una ricca insalata in combinazione con basilico, formaggio e olive, la marmellata, la granita e persino la pizza all’anguria, ottima per un aperitivo decisamente originale…
Note bibliografiche:
- “Yuka. La guida all’alimentazione sana” di Julie Chapon e Anthony Berthou. L’Ippocampo Editore (2022).
- “Anguria: benefici, proprietà e controindicazioni” dal sito nonsprecare.it
- “Citrullina” dal sito di “Humanitas, Research Hospital”
- “Anguria: azione antiossidante grazie a licopene e polifenoli” dal sito cibum.eu
- “Anguria: benefici, calorie e controindicazioni” del Dr. Roberto Gindro sul sito TheWom Healthy
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