La zanzara tigre, dal nome scientifico di Aedes albopictus, è stata identificata per la prima volta nel 1894. Appartiene alle Culicidae (zanzare), famiglia di insetti dell’ordine dei Ditteri che conta oltre 3500 specie. La caratteristica fondamentale dei Culicidi risiede proprio nel loro apparato boccale di tipo pungente-succhiante, presente esclusivamente negli esemplari femmina (nei maschi è solo succhiante), che consente loro di prelevare fluidi vitali da altri esseri viventi. Tale forma di nutrimento è necessaria per le zanzare femmina al fine di completare il ciclo di maturazione delle uova.
Diverse fonti scientifiche attendibili classificano le zanzare come gli animali più letali per l’uomo con oltre 700.000 morti l’anno
Le zanzare, proprio per la loro natura di insetto ematofago (animale che si nutre di sangue), sono in grado di trasmettere microrganismi patogeni alle proprie vittime. Per questo motivo i Culicidi rappresentano il raggruppamento sistematico di maggiore importanza tra gli insetti sotto l’aspetto medico-sanitario. Basta ricordare che la forma infettante del plasmodio della malaria (malattia che solo nel 2019 ha riportato circa 229 milioni di casi nel mondo), è presente all’interno delle ghiandole salivari di zanzare femmine appartenenti al genere Anopheles.
La zanzara tigre, lunga tra i 3 e i 10 millimetri, dotata di 6 zampe e di un solo paio di ali, è oggi considerata un insetto diffuso a livello globale, presente in Italia da oltre 30 anni. Le sue spiccate caratteristiche di adattamento e la facilità di riproduzione la rendono uno dei principali insetti invasivi al mondo. L’aspetto della zanzara tigre è facilmente identificabile grazie al corpo nero attraversato da bande trasversali bianche presenti sia sull’addome che sulle zampe. Sul dorso domina una sola striscia bianca longitudinale.
La zanzara tigre è vistosamente tigrata di bianco e di nero sull’addome e sulle zampe. Si tratta di una specie attiva soprattutto di giorno
Ci sono altre due zanzare esotiche invasive, di recente comparse in Italia nelle regioni del nord-est, che potrebbero essere confuse con la zanzara tigre proprio a causa della colorazione simile. Si tratta della zanzara coreana “Aedes koreicus” e della zanzara giapponese “Aedes japonicus”. Nell’area mediterranea orientale (Grecia, Turchia, Cipro e Creta) ritroviamo invece la zanzara “Aedes cretinus”, probabilmente quella che più somiglia alla “nostra” zanzara tigre.
La zanzara tigre originaria del sud-est asiatico, dal 1980 ha vissuto un processo di graduale diffusione a livello globale, invadendo l’Europa meridionale, l’est degli Stati Uniti, alcune regioni dell’Africa, del Medio Oriente, del Sud America e dell’Oceania. La propagazione della zanzara tigre, come di altre specie, è dovuta principalmente al trasporto accidentale delle sue uova, larve e pupe, attraverso il commercio di prodotti, soprattutto pneumatici usati e piante ornamentali. La già citata plasticità ecologica della zanzara tigre, la sua spiccata capacità di rispondere alla variazione delle condizioni ambientali, ha fatto sì che la stessa trovasse in Italia, come in altre zone, un ambiente ideale in cui vivere e riprodursi.
La zanzara tigre è infatti capace di deporre uova oltremodo resistenti al freddo e al caldo. Il ciclo di sviluppo larvale può avvenire anche in presenza di pochissima acqua stagnante. Nelle regioni tropicali e subtropicali, le popolazioni di Aedes albopictus sono attive tutto l’anno. In Italia, la zanzara tigre opera e si riproduce tra marzo e novembre con una fase di diapausa (una sorta di riposo temporaneo o quiescenza) durante i mesi più freddi e una punta di massima densità tra agosto e settembre. Secchi, annaffiatoi, lattine e semplici sottovasi sui nostri balconi con un minimo di ristagno d’acqua, possono trasformarsi in ambienti ideali per la riproduzione della zanzara tigre.
Pochi giorni dopo la fecondazione, la zanzara tigre femmina ha assoluto bisogno di effettuare un pasto di sangue, altamente proteico, al fine di poter completare il ciclo di maturazione delle proprie uova. Da qui nasce la necessità di pungere un ospite vertebrato sia esso un uomo (preferibile) che un animale. Sopravvivendo in media per 3 o 4 settimane, una zanzara tigre femmina può pungere svariate volte nell’arco della sua esistenza. Essa presenta una spiccata aggressività soprattutto nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio. Pur preferendo muoversi e attaccare in ambienti esterni, non disdegna quelli interni come le nostre case, continuando nella sua attività anche dopo il tramonto grazie alla luce artificiale. La zanzara tigre tende a volare a quote basse pungendo l’uomo su gambe e caviglie.
La zanzara tigre è considerata in Italia un serio problema sanitario rappresentando un vettore biologico di infezioni virali quali i virus dengue (DENV), chikungunya (CHIKV) e febbre gialla (YFV) come riportato dal sito ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità che detta anche le regole di prevenzione e monitoraggio della diffusione della zanzara tigre.
La lotta alla diffusione della zanzara tigre spetta alle Istituzioni sanitarie e comunali in base al Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (PNA). Ciò non toglie che anche i comuni cittadini devono attivarsi per evitare di fornire alla zanzara tigre, formidabili habitat idonei alla riproduzione. Da qui l’importanza di evitare l’abbandono all’aperto di materiali in cui possa accumularsi acqua piovana, di eliminare l’acqua stagnante da sottovasi e altri contenitori, di mantenere pervie canalette e grondaie, di innaffiare orti e giardini con le pompe evitando di mantenere riserve d’acqua a cielo aperto, di effettuare trattamenti larvicidi in tombini e zone di scolo presenti nelle proprie abitazioni. Tutte le linee guida sono presenti sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità.
Per proteggersi dalla fastidiosa e dolorosa puntura di zanzara tigre, sono in commercio dei repellenti di sintesi appositi da acquistare in farmacia, a base di principi attivi (deet e icaridina), in forma di crema o spray da usare secondo quanto indicato in etichetta. Negli ambienti domestici risultano efficaci nella lotta alla zanzara tigre, le classiche piastrine per fornelletti elettrici e gli emanatori elettrici repellenti.
Fonti bibliografiche:
- Sito ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità.
- “Global Invasive Species Database”.
- Per le immagini, dove necessarie, licenze specificate nelle didascalie.