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Processo per tentato omicidio a carico del trapper Elia17Baby: arriva la condanna

Processo a Elia17Baby: al trapper romano riconosciuto il tentato omicidio. Gli avvocati: "Faremo appello"

E’ stato condannato a dieci anni di reclusione il trapper romano Di Genova, in arte Elia17Baby, che era accusato di aver pugnalato la notte del 14 agosto un 35enne di Sassari, al termina di una rissa scoppiata sulla spiaggia di Marinella a Olbia.

Per i suoi avvocati Pietro e Gian Maria Nicotera, è un sentenza ingiusta, perché come riferiscono: “Il tentato omicidio è stato riconosciuto nonostante le numerose contraddizioni dei testi. Faremo appello”.

Processo a Elia17Baby: al trapper romano riconosciuto il tentato omicidio. Gli avvocati: “Faremo appello”

Arriva la condanna a dieci anni di reclusione per il trapper romano Elia17Baby a processo per tentato omicidio, dopo che il 14 agosto scorso avrebbe inferto una coltellata alla schiena a Fabio P., un 35enne di Sassari a l termine di una rissa sulla spiaggia di marinella a Olbia.

Secondo i pm Di Genova in arte Elia17Baby, avrebbe colpito la vittima con modalità che potevano causarne la morte. Il 35enne non è deceduto ma ha riportato “menomazioni e conseguenti disabilità quali esiti inemendabili del danno midollare”, proprio a seguito del colpo ricevuto mentre era voltato, e per questo era scattata nei confronti dell’accusato oggi condannato, anche l’aggravante di avere approfittato della “minorata difesa” della vittima.

A pesare sarebbe stato anche il fatto che “L’aggressione sarebbe avvenuta nonostante il trapper non fosse direttamente coinvolto nella rissa, e – secondo il giudice – nonostante fosse già condannato per un altro reato, non ha esitato a commetterne un altro per motivazioni futili”.

La vicenda giudiziaria si era sospesa per la richesta di ricusazione presentata dai legali del ragazzo, gli avvocati penalisti Pietro e Gian Maria Nicotera, secondo i quali il giudice non poteva più occuparsi del processo a carico di Di Genova, avendo in qualche modo anticipato la decisione sul caso, con riferimento ad una frase contenuta in un atto, e cioè nello specifico un rigetto di una richiesta di revoca della misura cautelare, che sarebbe stata a loro avviso una anticipazione di giudizio.

La Corte d’Appello di Sassari poi, il 6 maggio scorso, aveva accolto la richiesta di ricusazione del gip di Tempio Pausania, predisposta dai penalisti Pietro e Gian Maria Nicotera.

Dopo l’udienza del 9 maggio scorso, è arrivata la sentenza che ha condannato il giovane trapper Di Genova a dieci anni. Una pena comunque contenuta, rispetto alla gravità dei fatti contestati: “Gli è stato riconosciuto il tentato omicidio nonostante le numerose contraddizioni dei testi. Faremo appello perché riteniamo la sentenza ingiusta” – hanno riferito gli avvocati Pietro e Gian Maria Nicotera.