Alberto Angela torna in TV per proseguire il viaggio con la scienza e la conoscenza dopo la scomparsa del padre: "Non si chiamerà SuperQuark, quello è il programma di Piero e resterà suo per sempre"
“Qualche settimana fa – scrive Alberto Angela – ho pubblicato la foto di un interruttore con la scritta “tenere acceso massimo 9 minuti”, promettendovi l’inizio di un nuovo viaggio. Ho deciso di intraprenderlo, raccogliendo la fiaccola della divulgazione scientifica lasciata accesa da mio padre”.
Poche righe che il pubblico del programma SuperQuark divenuto poi fan di tutti i programmi anche a firma di Alberto Angela, sperava di leggere da tempo, e cioè da quando il grande giornalista Piero Angela, appunto il padre di SuperQuark, ci ha lasciati il 13 agosto del 2022, all’età di 93 anni.
Tra i Passaggi a Nord Overst, le “Bellezze” e le “Meraviglie” proposte del giovane Angela, anch’egli di riconosciuta e indiscutibile bravura, a mancare era proprio la storica trasmissione, rimasta nel cuore degli italiani di tutte le generazioni, cresciuti con questa enciclopedia della natura e della scienza in TV.
Oggi a distanza di poco meno di un anno dalla scomparsa di Piero Angela, è proprio Alberto a prendere in mano quello scettro che rispettosamente non aveva mai pensato di “impugnare”, e proprio per questo per mantenere il binomio inscindibile Piero Angela-SuperQuark, il titolo del programma simile ma non uguale sarà un altro.
“Come vi anticipavo, non si chiamerà SuperQuark, quello è il programma di Piero e resterà suo per sempre. Ho quindi pensato a quale fosse il nome più adatto e la soluzione mi è venuta in mente ricordando con affetto un particolare del programma “Viaggio nel Cosmo”, che assieme a mio padre abbiamo realizzato nel 1998. In quel programma, mio padre viaggiava tra i pianeti e nel cosmo a bordo di un’astronave che si chiamava Noos, e cioè la forma arcaica del termine “nous”, che in greco antico aveva diverse sfumature di significato, ma, sostanzialmente, voleva dire: “intelletto”.
“Quel pulsante che avete visto – prosegue – serviva per accendere le luci interne di uno dei modelli di astronavi e stazioni spaziali usati nelle riprese in studio di “Viaggio nel cosmo”: per la tecnologia dell’epoca, non poteva rimanere in funzione più di 9 minuti per evitare sovraccarichi al sistema elettrico. Oggi, fortunatamente, le tecnologie ci consentono di fare molto meglio e realizzare cose allora impensabili. Da quel pensiero, il passo è stato breve: è giunto il momento di “riaccendere”, ma per “ben più di nove minuti”, l’interruttore dell’astronave per un lungo viaggio nella divulgazione scientifica” – conclude il divulgatore.