La procura di Roma contesta l’omicidio colposo al padre di Stella la bimba di 14 mesi morta in auto mercoledì dove l’uomo, un appuntato dei carabinieri di 44 anni, l’aveva lasciata invece di portarla all’asilo interno agli uffici del ministero della Difesa, alla Cecchignola. Sceso dall’auto l’uomo si è recato direttamente in ufficio, al lavoro. Una dimenticanza, un black out fatale, che purtroppo è costato la vita alla piccola.
Si aggrava la contestazione per il papà della bimba morta in auto: il seggiolino era sprovvisto di allarme
La contestazione – all’inizio si era parlato di abbandono di minore – viene riportato nell’atto con cui il magistrato di turno della procura di Roma ha disposto l’autopsia sul corpo della bimba che verrà eseguita presso l’istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata.
Gli inquirenti restano convinti che si sia trattata di una tragica fatalità ma c’è un dato di invalicabile: nel seggiolino della bambina, agganciato al sedile posteriore dell’auto, non c’era il dispositivo anti abbandono, l’apparecchiatura, introdotta con una legge del 2018, in grado di lanciare un allarme nel caso in cui i bambini vengano dimenticati in auto.
Purtroppo i vetri oscurati dell’auto, una Megane, hanno fatto comunque filtrare il sole, ma nello stesso tempo non hanno permesso di far scrutare gli interni dell’auto da eventuali passanti, perlopiù militari che usano il parcheggio di servizio. Stella così è morta in meno di sette ore, probabilmente per asfissia.
La tragica scoperta
La scoperta nel primo pomeriggio quando la madre, educatrice in un asilo di 41 anni, è andata a prendere la sua bimba all’asilo e non l’ha trovata. La maestra l’ha subito informata che Stella non c’era, nessuno l’aveva accompagnata.
Il marito ha risposto alla donna subito disperata: “Chi l’ha presa allora?”. Era convinto di averla accompagnata. Per la coppia è l’inizio di un dramma senza fine. (leggi qui) La corsa verso l’auto e poi in ambulanza con la piccola si rivelerà inutile. Stella era già morta.