L’estate a Ostia? Due settimane di bancarelle

Spunta l'avviso pubblico "Estate a Piazza Anco Marzio": ma si rivolge solo agli allestitori di mercatini. A stagione balneare iniziata, è l'unica proposta dell'estate di Ostia

Nel mese di giugno appena iniziato, a Ostia c’è ancora un grande punto interrogativo su una possibile programmazione di eventi e manifestazioni per dare colore all’estate e alle serate sul mare di Roma. Un’incognita che come prima e unica risposta, vede prendere forma sugli specifici canali di diffusione dell’amministrazione municipale, un solo bando pubblico, che se anche atteso da molti, riguarda sostanzialmente l’allestimento di mercatini.

Spunta l’avviso pubblico “Estate a Piazza Anco Marzio”: ma si rivolge solo agli allestitori di mercatini. A stagione balneare iniziata, è l’unica proposta dell’estate di Ostia

Il bando pubblico deliberato il 30 maggio scorso e reso pubblico in queste ore, ha per titolo “Estate a Piazza Anco Marzio” e darà la possibilità con buona pace dei commercianti del posto, di utilizzare questa bella e ampia area pubblica pedonale e collegata direttamente al lungomare, ribattezzata non a caso il bel salotto di Ostia, per posizionare stand e quant’altro.

Qui tra il mese di Luglio a la fine di Agosto, lo spazio lasciato alla “fantasia” dei proponenti, chiede di fatto solo offerte progettuali con specifiche sugli allestimenti del mercatino, con ampia apertura alle categorie merceologiche, incluse quelle alimentari. Nemmeno una riga invece, fa riferimento a aventi e programmi culturali, come condizione imprescindibile per partecipare e aggiudicarsi il bando grazie ad una parte rilevante di punteggio a questo dedicata.

Uniche categorie da tenere fuori nell’offerta di prodotti, sono gli oggetti preziosi e di interesse storico e archeologico. Vietati anche i gonfiabili, mentre sono ben accette e avranno un peso le iniziative tese all’abbellimento, recupero, ripristino e/o manutenzione delle aree pubbliche interessate, anche con installazioni di strutture di pubblica utilità quali panchine, fioriere, piante ornamentali, con relativa manutenzione.

Per i partecipanti la data di scadenza fissata è il 15 giugno, per presentare la documentazione e i progetti per un periodo minimo di due settimane, dove dovranno essere particolareggiati: l’allestimento dello spazio con una planimetria, la tipologia delle strutture, e cioè stand espositivi a forma di casetta di legno, praticamente obbligati,  illuminate e tutte uguali. Dovrà essere indicato il loro posizionamento complessivo e il numero, che dovrà prevedere per altro uno stand a disposizione del X Municipio, in cui realizzare eventuali iniziative a carattere sociale, educativo, culturale.

Insomma a “carico” del Municipio saranno (forse) le attività di intrattenimento, mentre chi usufruisce dello spazio pagando il canone OSP, non è tenuto a supportare la sua attività con una programmazione di eventi per tutte le fasce d’età.

Dopo di questo infine, va detto che scorrendo nell’elenco degli avvisi pubblici, la spasmodica ricerca di altre “manifestazioni di interesse” proposte dal X Municipio a cui aderire, che potrebbero e dovrebbero prevedere la possibilità di finanziare spettacoli e iniziativa culturali, non ha dato fino ad ora alcun risultato.

Nulla che sia rivolto ad altri soggetti in grado di poter esprimere una professionalità nel settore dell’intrattenimento, e che forse saranno costretti com’è già capitato, a bussare alla porta dei teatri del territorio, oppure ad organizzarsi autonomamente, sobbarcandosi i costi spropositati di una anche minima iniziativa, con musica, artisti e SIAE.

L’Avviso Pubblico oggetto d’interesse, come si legge, sarà dunque “un confronto concorrenziale tra i potenziali interessati servirà ad individuare quel soggetto che dovrà garantire allestimenti, alta qualità delle strutture e dell’inserimento nell’arredo urbano, oltre che dei prodotti offerti, ma soprattutto senza il minimo impegno di spesa da parte dell’Amministrazione ed anzi le attività scelte e realizzate “produrranno un incremento delle entrate a titolo di canone per l’occupazione di suolo pubblico temporanea”. Denari che entrano, ma che a quanto pare non escono per altre iniziative pubbliche estive, da far fruire gratuitamente alla cittadinanza.