Sono ore difficili per i ragazzi e le famiglie coinvolte nel caso dell’ex insegnante di religione agli arresti domiciliari per violenza sessuale ai danni di minori. Orribili fatti che si sarebbero consumati in tanti anni, ed emersi la prima volta nel 2019, dopo una segnalazione che era stata inviata nel maggio di quello stesso anno, dopo la prima terribile testimonianza di un giovanissimo abusato.
A raccoglierla fu all’epoca Ciro Sanseverino, referente della diocesi di Tivoli per la tutela dei minori e direttore del Consultorio diocesano, che d’accordo con mons. Parmeggiani inviò la segnalazione mettendosi a disposizione dell’autorità di pubblica sicurezza. Lo stesso Sanseverino oggi, in una nota ufficiale, ha rifiutato le accuse ingiuste di atteggiamento omertoso che gli sarebbero state mosse da parte della Curia diocesana. Questioni che non possono comunque più modificare quegli orribili fatti, oggi esplosi in una sofferenza venuta fuori dalle stesse vittime, a distanza di anni.
Tivoli, già nel 2019 l’indagato era stato segnalato per presunti abusi: le Autorità di pubblica sicurezza furono informate dal direttore del Consultorio diocesano e il Vescovo di Tivoli, oggi accusati di omertà
E’ accusato di avere commesso violenze sessuali a minori dai 10 ai 15 anni di età, soprattutto in occasione di gite organizzate con associazioni educative di carattere religioso, delle quali faceva parte, Mirko Campoli, l’ex professore ed ex vicepreside dell’istituto Fermi, sospeso dall’incarico dell’insegnamento della religione cattolica nel 2021 e oggi agli arresti domiciliari.
Un professore che come si legge nell’ordinanza firmata dal gip di Tivoli, sarebbe stato: “Un uomo impossibile da odiare, un secondo padre, una persona conosciuta e ben voluta da tutti. Capace di comprare il silenzio delle vittime con regali costosi, ma anche con l’ascolto“. Quel silenzio invece, è stato rotto meno di due mesi fa dalle stesse vittime dell’orco ora gravemente indiziato. Un silenzio di anni che si è trasformato in un grido di dolore, quando un giovane, oggi maggiorenne, avrebbe rivelato quanto subito.
La Procura: “Vittime adescate in parrocchia e abusate durante le gite”
La sua sarebbe stata la prima testimonianza delle quattro raccolte dalla Procura, in cui le giovani vittime avrebbero raccontato abusi subiti dall’ex docente di religione, e che sarebbero proseguiti per anni. Pagine di orrore che raccontano di un’universo parallelo e incredibile da credere, sul quale le indagini si stanno muovendo con solerzia ma anche con estrema cautela, e che rappresentano uno scenario che se confermato, rivelerebbe di un vero inferno in terra per queste vittime. Come quello di un ragazzo, trovatosi paradossalmente a dover ringraziare le restrizioni della pandemia, per salvarsi dagli abusi dell’orco.
Secondo la Procura di Tivoli, il giovane avrebbe subito violenza da quando era appena 12enne e affidato all’uomo che ne avrebbe abusato ripetutamente. Nelle pagine delle sua storia, anche le gite si trasformavano in un supplizio, come avvenuto sette anni fa in un parco divertimenti del nord Italia, dove complice della violenza fu la condivisione forzata del letto di una camera matrimoniale. Il culmine di una condizione rivelata, e che all’epoca era sembrata agli occhi del minore, un incubo senza via di uscita, anche per il rapporto di fiducia fraterna che sembrerebbe ci fosse tra i suoi genitori e l’ex docente.
Secondo le testimonianze, anche con un altro giovane di una Casa famiglia di Roma, dove Campoli svolgeva la sua attività di educatore, l’uomo si sarebbe approfittato delle gite nei parchi divertimento e degli spostamenti in auto per andare a vedere le partite di calcio allo stadio. Mentre un’altra delle quattro vittime che lo hanno denunciato, sarebbe stata abusata in un campeggio a Firenze. Un viaggio organizzato assieme a dei ragazzi di un gruppo parrocchiale anche con problemi familiari.
Ferite indelebili per chi anche crescendo ha realizzato ancora di più la gravità di quei fatti. Nel corso degli ultimi anni per tentare di “dimenticare” quanto subito, la prima vittima a parlare, avrebbe rivelato che si era rifugiata nel gioco compulsivo e nelle scommesse sportive, fino ad indebitarsi con la sala scommesse.
Ad aiutarlo a pagare i debiti sarebbe stato sempre Campoli, “l’uomo generoso dei regali costosi”. Ma un click nella testa però scattato a febbraio scorso, avrebbe finalmente spinto la vittima ad allontanare l’indagato da lui e dai suoi familiari. Un atto di coraggio durante il quale, come riferisce il gip, avrebbe detto “Non fare più male a nessuno”.
Il referente della Diocesi di Tivoli: “Vicinanza a quanti stanno soffrendo”
Ciro Sanseverino, referente della diocesi di Tivoli per la tutela dei minori e direttore del Consultorio diocesano, ha espresso: “Vicinanza a quanti stanno soffrendo”. E proprio in queste ore, lo stesso ha ricordato di essere stato proprio lui in quanto direttore del Consultorio a raccogliere la testimonianza del ragazzo coinvolto. “Nell’ambito di un progetto di prevenzione dei disagi in età adolescenziale – racconta – ho avuto modo di ascoltare il caso di presunte molestie ai danni di un minore. Sin da subito, era il maggio 2019, d’accordo con mons. Parmeggiani, abbiamo inviato la segnalazione all’autorità di pubblica sicurezza. In quell’occasione abbiamo anche confermato la disponibilità a fornire tutta la collaborazione che si riteneva necessaria. Rinnoviamo ancora oggi tale disponibilità. Proprio per questo, oggi non possiamo accettare le accuse ingiuste di un atteggiamento omertoso da parte della Curia diocesana”.
Intanto anche il Mons. Mauro Parmeggiani, alla guida della diocesi di Tivoli e Palestrina, è intervenire ieri sul caso dell’insegnante di religione agli arresti domiciliari per violenza sessuale ai danni di minori, dichiarando il suo dolore e la sua vicinanza e quella della Chiesa locale alle vittime e le loro famiglie.
Ricordiamo che la posizione del soggetto raggiunto dai provvedimenti restrittivo, è quella di indagato al momento da considerarsi innocente fino al terzo grado di giudizio.