Gli hacker russi hanno rivendicato la paternità dell'assalto informatico che ha messo fuori uso l'Agenda CIE, quello utile a fare la Carta d'Identità Elettronica. Per il Viminale è solo un problema tecnico
Il sito istituzionale italiano dell’Agenda CIE, quello utile per i cittadini del Belpaese per prenotare l’appuntamento e fare la Carta d’Identità elettronica, è attualmente irraggiungibile ed inservibile a causa di un attacco informatico rivendicato da pirati informatici russi, mentre per il Governo italiano si sta trattando di un problema tecnico.
Dunq un nuovo assalto da parte di hacker sovietici, dopo quello di qualche giorno fa quando il Presidente ucraino Zelnes’kyj era in visita in Italia ed erano stati presi di mira altri portali istituzionali nazionali.
Il sito di Agenda Cie è andato in tilt da alcune ore e il Viminale in un primo tempo aveva smentito l’assalto informatico, parlando di un semplice quando pesante problema tecnico, ma a smentire questa versione è arrivata una dichiarazione ufficiale diramata online dal gruppo di pirati informatici russi di “No Name”, tramite un messaggio su Telegram.
Queste le parole pubblicate in rete dagli hacker filorussi: “L’Italia è pronta a fornire supporto materiale all’Ucraina, ma attende passi decisivi dagli alleati. Nessuna indipendenza”.
Al momento restano in piedi entrambe le versioni, quella dei criminali informatici e quella del Viminale.
In ogni caso i tecnici stanno lavorando senza sosta in queste ore per rimettere online il sito web fondamentale come punto d’accesso alla cittadinanza per il rilascio della Carta d’Identità elettronico, attualmente bloccato.
In un’altra nota ufficiale sull’argomento è intervenuto il ministro Piantedosi, confermando che i servizi web collegati al rilascio della Carta d’Identità elettronica sono inutilizzabile per via del problema scaturito dall’incendio in questione, scoppiato nei pressi della stazione di Roma Tiburtina, distruggendo alcuni cavi in fibra ottica.
Proprio lo scorso 13 maggio vi avevamo raccontato di come gli stessi hacker che ora rivendicano quest’ultimo episodio, avevano assaltato altri siti istituzionali del nostro Paese, tramite una serie di attacchi DoS, acronimo inglese di Distributed Denial of Service – traducibile in lingua italiana con “Interruzione distribuita del servizio” è consistita nel tempestare di richieste d’accesso un sito, fino a mandarlo in tilt.
Se vuoi approfondire la vicenda degli assalti informatici messi a segno dagli hacker nei giorni della visita del Presidente ucraino in Italia, leggi l’articolo dedicato, cliccando sulle parole chiave colorate in arancione, presenti in questo pezzo.