Ostia: dopo il caso recentissimo della chiusura dell’Oasi naturistica di Capocotta, da sempre paradiso dei nudisti, la situazione della spiaggia da sempre paradiso dei nudisti fin dalla loro istituzione a fine anni novanta sta divampando sempre più a seguito dell’annuncio della chiusura dei chioschi che si stagliano su 2 chilometri di litorale romano.
Labur denuncia altri dettagli che certificano lo stato di abbandono che da anni si è abbattuto sulla spiaggia Capocotta, che non è adeguatamente tutelata dal Comune di Roma
Le problematiche sono scaturite, come specificato da Labur, dal fatto che “La Riserva Naturale Statale operava senza autorizzazione dal 2015. Un’area dove avrebbero competenza il Ministero dell’Ambiente e la Capitaneria di Porto ma dove invece detta legge il Comune di Roma”.
“In questi giorni – prosegue Labur – l’estremo tentativo di mantenere aperti i chioschi, la cui gestione è stata in via definitiva sentenziata ‘abusiva’ dal Consiglio di Stato a dicembre 2022, è ricondotto (per assurdo) proprio a motivazioni relative alla tutela ambientale. Eppure dal 2016 il Comune di Roma respinge i versamenti eseguiti dai chioschi in funzione dell’occupazione senza titolo dell’area, non interrogandosi se ne abbia mai avuto competenza, con il timore di incorrere in una appropriazione indebita nonchè incurante del fatto che lo Stato da 23 anni ha ceduto ai privati tutte le sue competenze gestionali, neppure esercitando con diligenza le minime attività di controllo”.
Preoccupazione per la Stagione Balneare 2023
Labur seguita ad analizzare la situazione, spiegando come “Il 26 aprile, sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio, n.33, era stata pubblicato il Decreto del Presidente della Regione Lazio datato 19 aprile 2023, n. T00019 “Individuazione e classificazione delle acque destinate alla balneazione e dei punti di monitoraggio, ai sensi del D. Lgs. 116/08 e del Decreto Ministeriale 30.03.2010 come modificato dal Decreto Ministeriale 19.04.2018. Stagione balneare 2023”. Sempre il 19 aprile il Municipio Roma X aveva protocollato l’ordinanza balneare per la stagione 2023 (Protocollo CO/59350), escludendo Capocotta, confinata tra le “spiagge libere”, quasi già conoscesse l’imminente chiusura dei chioschi comunicata un mese dopo. L’ordinanza verrà poi protocollata dal sindaco il 28 aprile”.
In particolare, riguardo Capocotta, Labur precisa quanto segue: “Tornando a Capocotta e agli oltre 2 km della sua spiaggia, l’Arpa Lazio prevede un solo punto di campionamento (PUNTO 92), lontano dai fossi dell’area. Quest’anno i primi prelievi sono stati effettuati (guarda caso) il 27 aprile e il 23 maggio ma i risultati non sono ancora noti. Dunque la qualità “eccellente” delle acque decantata è riferita a prelievi dei 4 anni precedenti, valori da tutti considerati un effetto del lockdown in periodo di pandemia”.
Il Litorale romano, conclude Labur, “Secondo Legambiente ha appena 2 vele, la Sardegna 5. Quindi se il Comune di Roma non si è mai aggiudicato uno dei due riconoscimenti abbiamo una certezza: non sta facendo del suo meglio per avere un mare e una costa migliori. Al contrario, sta facendo di tutto per far rientrare Capocotta tra le spiagge ad uso turistico balneare, fregandosene della sua tutela”.