Roma, gli attivisti green colorano di nero Fontana di Trevi

Gli attivisti sono entrati nella fontana dopo averla colorata col carbone fossile

Carbone vegetale per colorare di nero la Fontana di Trevi. Nuovo blitz degli attivisti green di  Ultima Generazione nella Capitale. Una decina di ambientalisti, nella mattinata di oggi, domenica 21 maggio, hanno gettato un liquido nero nella Fontana di Trevi, simbolo di Roma nel mondo.

Gli attivisti sono entrati nella fontana dopo averla colorata col carbone fossile

Con uno striscione per la campagna “non paghiamo il fossile”, anche considerato quello che sta accadendo “in Emilia Romagna”, i giovani ambientalisti, per sensibilizzare sulla loro causa, si sono posizionati in piedi dentro alla Fontana. A interrompere l’azione gli agenti della Polizia Locale.

Ad aprile un blitz analogo alla Barcaccia: era stato appellato dall’assessore alla cultura Miguel Gotor con un “ecoidioti”. (leggi qui)

Gotor: atti vandalici

Ora il nuovo commento di Gotor: “Ennesima puntata della stucchevole telenovela che riguarda le fontane storiche di Roma imbrattate con del liquido nero. Oggi è toccato alla Fontana di Trevi essere l’obiettivo di questo nuovo atto vandalico. La città è stanca di questi comportamenti sterili e autoreferenziali che danneggiano gravemente – rendendola impopolare – una battaglia giusta a favore dell’ambiente e colpiscono monumenti che sono patrimonio dell’umanità“.

Gli attivisti di Ultima generazione, intanto, stanno compiendo azioni sempre più eclatanti per tenere alta l’attenzione delle istituzioni e della stampa. Come una delle ultime. Nella mattinata di mercoledì 17 maggio un gruppo di attivisti acrobati si è calato dal viadotto della Tangenziale mentre altri occupavano la strada. Per mettere fine alla protesta sono dovuti intervenire anche i vigili del fuoco.

Pochi giorni prima il blocco della Roma Fiumicino a cui hanno partecipato una ventina di manifestanti.

La missione

Gli attivisti di Ultima Generazione si presentano come un movimento di persone comuni che hanno scelto “di intraprendere azioni di disobbedienza civile nonviolenta per proteggere sé stessi e tutte le generazioni future dalle conseguenze disastrose del collasso climatico“.

Chiediamo al Governo – spiegano – di ascoltare la scienza eliminando i sussidi pubblici ai combustibili fossili, reinvestendoli in una transizione ecologica reale (i sussidi ambientalmente dannosi sono stati 41,8 miliardi solo nel 2021, fonte Legambiente)“.

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